domenica 12 luglio 2015

Agcom/1 Ma quanti sono gli operatori?

Secondo il Garante, il numero di soggetti “è estremamente elevato, rappresentando una situazione che non ha eguali in Europa e che non mostra segni di inversione di tendenza”





È la relazione 2015
Negativi, del 2,3%, i ricavi (che complessivamente ammontano a 6 miliardi di euro) e, dell’8,9%, i volumi (4,1 miliardi di pezzi). Sono i due dati fondamentali, confrontando il 2014 con il 2013, riguardanti l’intero comparto postale. Quindi non sono solo quelli registrati dalla società al cui vertice c’è Luisa Todini, società che, ad ogni modo, nel settore esterno al servizio universale controlla ancora il 75% del mercato. Scesi, di circa il 17,6%, anche gli investimenti. A declinare le cifre è la relazione annuale 2015 dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
In Italia il ramo è caratterizzato da un numero elevato di attori; i titoli abilitativi, rilasciati dal ministero dello Sviluppo economico a partire dall’anno 2000, al 19 febbraio scorso ammontano a 3.856. Le imprese risultano 2.469: ben 1.387, pari al 56,2% del totale, dispongono sia della licenza individuale (per operare all’interno del servizio universale) sia dell’autorizzazione generale (tramite cui offrire altre prestazioni postali). Con riferimento alle autorizzazioni rilasciate, il 33,6% riguarda l’intermediazione di posta massiva; il 34,6% invece concerne i prodotti “a data e ora certa”.
Comunque -dice l’Agcom- il numero di soggetti abilitati “è estremamente elevato, rappresentando una situazione che non ha eguali in Europa e che non mostra segni di inversione di tendenza”. Prevalgono i titoli detenuti da imprese individuali e da società a responsabilità limitata, pari rispettivamente al 42% ed al 31,8% del totale, mentre quelli in mano a società per azioni sono il 2,5%. È da presumere che la maggior parte di essi svolga un ruolo di intermediazione o sia attivo solo in alcune specifiche fasi del percorso logistico, come la stampa, l’imbustamento, la raccolta, il trasporto, la consegna. Il traffico complessivo risulta gestito da pochi grandi operatori che sono responsabili, nei confronti del mittente e del destinatario, dell’intera catena di produzione (tecnicamente, “end-to-end”).

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