venerdì 31 luglio 2015

Accordo Di Consolidamento Ex Ctd Ed Ex Somministrati Riammessi Con Sentenza

Nella tarda serata di ieri sono stati finalmente sottoscritti due accordi (dal contenuto identico) per il consolidamento di circa 800 colleghi ex CTD e di circa 200 colleghi ex somministrati riammessi in servizio con sentenza giudiziale non ancora passata in giudicato.
Questi accordi sono stati fortemente voluti da SLP e dalle altre OO.SS. per dare stabilità al rapporto di lavoro di questi colleghi, anche alla luce dei mutati orientamenti giurisprudenziali.
Gli accordi sottoscritti hanno una struttura simile a quelli precedenti ma contengono alcune novità di rilievo.
In primo luogo potranno aderire all’accordo di consolidamento – presentando domanda entro il 30 settembre p.v. – solo  gli ex CTD e gli ex somministrati riammessi che prestino servizio alla data del 30 luglio 2015 che non abbiano mai potuto aderire ad analoghe precedenti opportunità.
In secondo luogo nell’accordo transattivo che verrà sottoscritto dagli aderenti verrà esplicitato che la costituzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato decorre, a tutti gli effetti di legge e di contratto, dalla data coincidente con quella dell’effettivo reinserimento in azienda. Questa previsione consente di mantenere in  capo a ciascuno dei lavoratori interessati le norme sul rapporto di lavoro vigenti tempo per tempo, senza applicare a coloro che sono stati riammessi prima dell’entrata in vigore del Jobs Act le nuove norme in esso contenute.
A valle della sottoscrizione degli accordi l’Azienda ha consegnato una dichiarazione a verbale, allegata agli accordi stessi, nella quale manifesta la propria indisponibilità per il futuro a prevedere nuove opportunità di consolidamento per eventuali nuovi riammessi.
Per quanto sopra quella contenuta negli accordi sottoscritti ieri sarà, per volontà aziendale, l’ultima opportunità in tal senso.

Accordo Consolidamento CTD 30 luglio 2015.

Accordo Consolidamento LT 30 luglio 2015.







http://www.slpcislroma.it

giovedì 30 luglio 2015

Nuovo accordo consolidamento ex CTD ED INTERINALI

Siglato accordo consolidamento ex CTD ED INTERINALI  istanza adesione entro 30/9/2015 seguirà verbale e comunicato.

Sottoscritto l'Accordo sul Premio di Risultato 2015 - Acconto nella busta paga di Settembre

In data odierna è stato sottoscritto l’Accordo sul Premio di Risultato per l’anno 2015.
Confermata l’anticipazione del 50% del Premio di Risultato con le competenze del mese di Settembre 2015 ed il relativo conguaglio nel mese di Giugno 2016.
L’erogazione del premio di risultato avverrà esclusivamente al raggiungimento dell’indicatore dell’EBIT del gruppo Poste Italiane.
In allegato il testo dell’Accordo sul Premio di Risultato 2015, le tabelle con gli importi distinti per livelli retributivi ed ambiti organizzativi, la tabella con le percentuali di riduzione del premio in caso di malattia.


Accordo Premio Risultato 2015




lunedì 27 luglio 2015

BANDO DI CONCORSO COLLEGI UNIVERSITARI



Il bando scade il 31/08/15 alle ore 12 di seguito un breve estratto
L’INPS indice un concorso per l’anno accademico 2015/2016 per conferire nuovi posti in strutture indicate nell’Allegato 1 al presente bando di concorso e parte integrante dello stesso.
Presso le proprie strutture a gestione diretta, Anagni (FR), Arezzo, Caltagirone (CT), Sansepolcro (AR) e Spoleto (PG), l’INPS fornisce l’ospitalità in formula “tutto compreso” per l’intero periodo di frequenza dei corsi e degli esami relativi all’anno accademico 2015/16, secondo il calendario stabilito da ciascuna Facoltà.
Presso i Collegi a gestione indiretta e i Collegi legalmente riconosciuti dal MIUR e convenzionati con l’Istituto, di cui all’allegato elenco, il trattamento di ospitalità assicurato sarà quello previsto dal Regolamento interno di ciascun Collegio. Tale documento può essere richiesto direttamente al Collegio utilizzando i contatti indicati nell’Allegato 1.

BANDO_COLLEGI_UNIVERSITARI.pdf
ALLEGATO_bando_collegi_universitari.pdf

Lettera al Dott. Burchielli, Peluso e Nardone sui CTD


venerdì 24 luglio 2015

Graduatorie clausola elastica MP e SP aggiornate a Luglio 2015




Furlan -nuovo modello contrattuale ed aumento dei salari -puntare produttività attraverso valorizzazione del lavoro




Furlan: "La proposta della Cisl per un nuovo modello contrattuale e alzare i salari. Puntare alla produttivita' attraverso la valorizzazione del lavoro" 



"Abbiamo ritenuto mettere in campo una proposta che puo' arrivare ad una sintesi unitaria nel sindacato". Lo ha sottolineato il leader della Cisl, Annamaria Furlan presentando la proposta della confederazione di via Po per una riforma del modello contrattuale. "Bisogna arrivare ad un accordo prima della legge di stabilita'. Dobbiamo evitare le scorribande politiche sui temi delle parti sociali". 






Roma, 21 luglio 2015 - Roma, 21 luglio 2015 - La riforma del modello contrattuale per la Cisl è davvero urgente, Lavoreremo perche' nessuno si tiri indietro su un tema cosi' importante". Cosi' Anna Maria Furlan, presentando oggi la proposta della Cisl per una riforma del modello contrattuale nel corso della conferenza stampa svoltasi nella sede di Via Po a Roma, indetta anche per illustrare la posizione della Cisl sui temi di più stretta attualità economico-sindacale.
"Il modello contrattuale e' scaduto e non risponde piu' alle necessita' attuali, come ad esempio recuperare "i 25 punti di produzione industriale persi con la crisi e la produttivita' delle imprese" nonche' "la capacita' di acquisto dei salari. Le buste paga non crescono come ce ne sarebbe bisogno". 
"Abbiamo sollecitato le altre organizzazioni ad affrontare il tema - ha spiegato - ma ci rendiamo conto delle difficolta' ad arrivare ad una sintesi unitaria. Per questo mettiamo una proposta sul tavolo, per avviare una discussione anche con Confindustria. Dobbiamo lavorare per un accordo con Cgil e Uil e con le associazioni datoriali, affinche' si arrivi ad una sintesi unitaria nel sindacato. Occorre evitare la tentazione molto forte della politica di legiferare. Sarebbe un guaio" ha detto facendo un richiamo determinato e accorato alla "responsabilita' di tutti gli attori in gioco e a quella voglia di fare il proprio mestiere, che e' quello di rappresentare i lavoratori nella contrattazione. Chi rappresenta il sociale - ha fatto notare - non puo' avere rigidita' e non puo' rispondere con rigidita'".
Per la leader della Cisl la questione non può diventare campo di gioco di scorribande politiche. Non c'è un minuto da perdere, tutti conosciamo i tempi. Per noi il tavolo di confronto si doveva fare ieri. Non è un tema da affrontare tra un anno, ma adesso. Certamente prima che si definisca la legge di stabilità che dovrà contenere le agevolazioni per i salari di produttività". "Il nostro obiettivo e' che si riesca a chiudere entro il 15 settembre" ha aggiunto il Segretario confederale Cisl Gigi Petteni. "Perche' sono mesi e mesi che stiamo discutendo e costruendo relazioni. Le condizioni ci sono tutte".

La leader della Cisl è tornata poi a ribadire come questa proposta, sia un'occasione per discutere. "Non abbiamo lanciato un sasso nello stagno, ma voluto mettere sul tavolo una proposta importante. Nessuno ha la verità in tasca, ma nessuno può aver poteri di veto. Ci sono tempi massimi. Non bisogna creare le condizioni perché altri soggetti decidano su questa materia - ha ribadito . Così si creano solo pasticci".
Nel corso della conferenza stampa la leader della Cisl si è poi soffermata a commentare l'annuncio del premier Renzi sul fisco sollecitando tempi piu' brevi sulla riforma delle pensioni: ''Se il governo intenderà anche estendere il bonus da 80 euro ai pensionati fino ad oggi esclusi, noi siamo convinti che il taglio della Tasi sia la strada giusta, ma chiediamo anche di affrontare al piu' presto la questione delle pensioni. Non è possibile - ha osservato- attendere il 2018 per riformare la Fornero. Renzi riveda il suo cronoprogramma. La revisione della riforma è urgente per ricreare le condizioni di una vera flessibilità in uscita che tenga conto del fatto che i lavoratori non sono tutti uguali'', ha concluso. 

http://www.cisl.it/

La proposta della Cisl per un nuovo modello contrattuale



Migliorare le performance di impresa, migliorare il salario

La contrattazione volano di sviluppo economico e sociale capace di rilanciare la competitività delle imprese attraverso la valorizzazione del lavoro: questo il messaggio centrale della proposta della CISL per un nuovo modello contrattuale.
Questi i filoni su cui attuare questo progetto:
  1. Un contratto nazionale più votato alle tutele generali normative e salariali e alla governance del sistema di relazioni e meno alle normative di dettaglio. In questo quadro il contratto nazionale fissa i minimi salariali in alternativa al salario minimo di legge e promuove la previdenza complementare. L'obiettivo centrale è la tutela del potere di acquisto dei salari anche alla luce delle attese inflazionistiche nell'Eurozona.
  2. Un rafforzamento della contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale da attuarsi attraverso un trasferimento di competenze dal contratto nazionale sulle materie che si gestiscono in azienda e sul territorio.
  3. La spinta alla pratica della contrattazione per innovare l'organizzazione del lavoro orientata alla produttività ed alla qualità.
  4. L'istituzione di un significativo salario di garanzia da corrispondere ai lavoratori delle aziende in cui non si fa contrattazione di secondo livello, come La diffusione del welfare contrattuale a livello di azienda e di territorio come risposta ai bisogni sociali delle persone e come fattore di fattibilità per gestire i tempi di lavoro in modo più flessibile nella ricerca della conciliazione tra esigenze delle aziende e delle persone.
  5. La partecipazione dei lavoratori, sia nella condivisione delle scelta d'impresa attraverso strumenti efficaci di informazione e consultazione, sia nella valorizzazione del loro "sapere organizzativo" orientato all'innovazione dell'organizzazione del lavoro.
  6. La promozione della professionalità responsabile che valorizza il lavoratore promuovendone e riconoscendone il ruolo oltre la rigidità delle mansioni in termini di polivalenza e polifunzionalità.
    - Il rafforzamento della formazione continua attraverso il miglioramento della normativa delle 150 ore ed il sostegno economico con la decontribuzione delle ore impiegate. La valenza strategica della formazione richiede la creazione della figura del delegato aziendale alla formazione.
    - Un progetto di formazione congiunta, attraverso iniziative che mettono insieme management e delegati sindacali, per promuovere congiuntamente un nuovo corso di relazioni industriali basato sulle conoscenze comuni e orientato alla trasparenza ed alla proposta.
  7. La gestione contrattuale delle misure del Jobs Act orientata al contrasto del falso lavoro autonomo, contro l'abuso delle partite IVA e la gestione mirata delle deroghe previste anche recuperando le tutele preesistenti per il lavoro a progetto.
    - La promozione delle politiche attive del lavoro a partire dall'integrazione tra sistema pubblico e privato dei servizi al lavoro, promuovendo i percorsi di ricollocazione e di passaggio da lavoro a lavoro e riducendo il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Al Governo la CISL chiede di sostenere un progetto di riforma della contrattazione orientato alla competitività attraverso la valorizzazione del lavoro ripristinando gli incentivi finalizzati ad una contrattazione di qualità attraverso le agevolazioni fiscali e contributive.
Il testo integrale della proposta (file pdf)


martedì 21 luglio 2015

Agcom Qualità e tariffe

Agcom/2 Qualità e tariffe

Dopo l’anticipazione di tre settimane fa, la delibera che spiega nel dettaglio cosa prevede in materia il Garante. Sessanta giorni di tempo per ricorrere al Tar del Lazio

Dopo il recapito (news precedente) ecco i dati riguardanti la seconda delibera, la 396. Anch’essa datata 25 giugno e pubblicata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ieri pomeriggio. S’intitola “Nuovi obiettivi statistici di qualità e nuove tariffe degli invii postali universali”, richiamando poi l’articolo 1, comma 280, della legge 190 del 23 dicembre 2014, ossia la legge di stabilità. Quella che ha permesso di introdurre i cambiamenti in modo da tagliare i costi.
Per ciò che riguarda la tempistica, la posta ordinaria (ma anche massiva, raccomandata ed assicurata) dovrà raggiungere il destinatario in quattro giorni lavorativi successivi a quello d’inoltro (tecnicamente, è il “J+4”) nel 90% dei casi; sei nel 98%. Per il pacco ordinario vale il “J+4” nel 90%.
Per la prioritaria, invece, sarà un giorno lavorativo seguente per almeno l’80% degli invii provenienti e destinati a comuni serviti cinque giorni a settimana. Diventano due per l’80% delle spedizioni provenienti o destinate a centri serviti a giorni alterni, tre se provenienti e destinati a centri serviti a giorni alterni. Ad ogni modo, dovrà valere il “J+4” per almeno il 98% dei frangenti, indipendentemente dagli altri parametri. Dovrà essere contemplata la rendicontazione degli esiti di consegna, “prestazione che consente di conoscere l’esito delle spedizioni nazionali”.
L’Agcom “si riserva d’intervenire con prescrizioni puntuali ove gli obiettivi non siano rispettati”, anche imponendo all’operatore di praticare prezzi differenti per diversi livelli di qualità e di prevedere sistemi di indennizzo automatico.
Le modifiche tariffarie saranno introdotte con l’1 ottobre 2015. Da tale giorno, Poste italiane potrà praticare per il servizio ordinario “un prezzo che non sia superiore a 0,95 euro/invio”. La cifra si riferisce al primo porto, quindi nei venti grammi di peso; per tutte le altre fasce ed i formati non standard, nonché per gli invii all’estero, gli avvisi di ricevimento, la ordinaria on-line, i costi dovranno risultare “accessibili all’insieme dell’utenza e nel rispetto dei principi di equità, ragionevolezza e non discriminazione”.
Un concetto simile viene ribadito per il supporto prioritario: “prezzi accessibili, nel rispetto dell’equità e della ragionevolezza”.
Definito il passaggio seguente: dall’1 gennaio 2017, l’azienda avrà la facoltà di variare il limite tariffario massimo “in misura inversamente proporzionale all’andamento dei volumi di traffico”, sapendo che il periodo di vigenza del disposto è quello previsto dal contratto di programma 2015-2019 ed ogni eventuale incremento degli oneri avrà efficacia almeno annuale.
Ora la “palla” potrebbe passare ai cittadini, in quanto hanno la facoltà di impugnare l’atto davanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio entro sessanta giorni dalla notifica.


http://www.vaccarinews.it/

L’Autorità ha approvato il provvedimento definitivo relativo ai nuovi obiettivi statistici di qualità e determinazione delle tariffe degli invii di posta prioritaria e degli altri servizi universali.
L'entrata in vigore delle nuove condizioni economiche e dei nuovi obiettivi di qualità dei servizi universali è fissata al 1° ottobre 2015. Da tale data Poste Italiane potrà praticare per il servizio di posta ordinaria un prezzo che non sia superiore a 0,95 euro/invio e per il nuovo servizio di posta prioritaria, prezzi accessibili, nel rispetto dell'equità e della ragionevolezza. 
Quanto ai nuovi obiettivi di qualità, per la posta ordinaria è pari a quattro giorni lavorativi successivi a quello d’inoltro nella rete postale nel 90% dei casi, mentre per la posta prioritaria è pari ad un giorno lavorativo successivo a quello di inoltro nella rete postale per almeno l’80% degli invii. Il nuovo obiettivo così definito è rispettato a livello nazionale e tiene conto degli effetti sui Comuni in cui l'invio e/o la ricezione della posta possa avvenire a giorni alterni. Le nuove condizioni economiche ed i nuovi obiettivi di qualità sono in linea con quanto disposto dalla legge di stabilità poiché assicurano la sostenibilità dell'onere del servizio universale

Agcom Le nuove norme

Agcom/1 Le nuove norme

Il Garante ha pubblicato le due delibere che cambieranno il servizio postale. A cominciare dal recapito (e dalla vuotatura delle cassette) di un territorio che, a regime, coinvolgerà il 25% della popolazione

La prima, la 395, prevede l’“Autorizzazione all'attuazione di un modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale”. Andando nello specifico, “ha definito i criteri che devono essere rispettati per individuare i comuni interessati dalla misura, in virtù delle particolari circostanze, anche di natura geografica, che caratterizzano l’ambito”.Eccole, finalmente, le due delibere con cui l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni definisce, nero su bianco, il servizio postale universale dei prossimi tempi. Datate 25 giugno, in realtà sono state messe a disposizione del pubblico solo ieri pomeriggio. I contenuti, ad ogni modo, erano -nelle loro linee generali- conosciuti.
Il passaggio a giorni alterni secondo lo schema bisettimanale, lunedì-mercoledì-venerdì-martedì-giovedì, avverrà in tre fasi successive; saranno avviate rispettivamente non prima dell’ottobre 2015, dell’aprile 2016 e del febbraio 2017. Secondo la tabella di marcia, la prima coinvolgerà “una ristretta fascia di popolazione”, pari allo 0,6% della popolazione nazionale. A regime, si arriverà al 25%.
Nei centri coinvolti, anche l’attività di vuotatura delle cassette sarà garantita con la medesima frequenza.
Il punto della situazione verrà effettuato dal febbraio 2018, ferma restando la possibilità di intervenire già dal secondo passaggio, così da accogliere eventuali rilievi della Commissione Europea, inserire la consegna dei periodici (per ora con un punto di domanda), rimediare ad eventuali criticità.
Davanti alle fasi attuative successive a quella iniziale, Poste italiane dovrà annunciare al Garante (che in seguito sarà aggiornato attraverso rapporti trimestrali) l’avvio del cambiamento con novanta giorni di anticipo, ad altri operatori, editori e sindaci con sessanta, al territorio coinvolto con trenta. In quest’ultimo caso, lo dovrà effettuare impiegando avvisi negli uffici e negli impianti abilitati all'accettazione di invii, sul proprio sito, al domicilio di tutti gli utenti. Anche i cartelli applicati sulle cassette dovranno essere aggiornati con gli effettivi passaggi nonché con “i giorni e gli orari di apertura al pubblico del più vicino ufficio” presso cui effettuare in alternativa la spedizione.

L’Autorità ha approvato il provvedimento definitivo relativo l’autorizzazione all’attuazione di un modello di recapito a giorni alterni degli invii postali rientranti nel servizio universale.Nello specifico, l’Autorità ha definito i criteri che devono essere rispettati per individuare i Comuni interessati dalla misura, in virtù delle particolari circostanze, anche di natura geografica, che caratterizzano l’ambito del recapito postale sul territorio italiano. L’attuazione del recapito a giorni alterni (secondo lo schema bisettimanale, lunedì-mercoledì-venerdì-martedì-giovedì) avverrà in tre fasi successive che saranno avviate rispettivamente il 1° ottobre 2015, il 1° aprile 2016 e non prima del mese di febbraio 2017. La prima fase coinvolgerà una ristretta fascia di popolazione (pari allo 0,6% della popolazione nazionale) fino al massimo del 25% nella fase conclusiva.

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domenica 19 luglio 2015

Poste, è schiarita. Garanzie per il recapito




Palazzo Chigi non se la sente di togliere posta e giornali a un italiano su quattro e così spunta una maxi compensazione che lo Stato è pronto a erogare per colmare eventuali perdite del servizio universale nel periodo che va dal 2015 al 2019. Renzi su questo punto, cioè sugli standard europei del servizio universale, ritiene giustamente che l’Italia non può fare figuracce. «Il servizio universale è una prerogativa fondamentale. C’è l’impegno del presidente del Consiglio con Poste affinché il servizio universale venga garantito ha riferito Antonio Funiciello, rappresentante del governo al tavolo sulla riforma dell’editoria» ci ha rivelato il presidente della Federazione italiana dei settimanali cattolici, Francesco Zanotti, ieri, uscendo dal Dipartimento editoria della presidenza del Consiglio. Il Messaggero aveva appena diffuso la notizia che il nuovo contratto di programma assicurerà a Poste Italiane lo stesso contributo del passato, prima cioè del taglio inferto dalla legge di Stabilità che aveva portato l’onere pubblico da 340 a 262,4 milioni, prevedendo un contributo straordinario di 89 milioni di euro. Questa somma sarebbe erogata in termini di compensazione dei maggiori costi prodotti dal servizio universale rispetto alla programmazione del piano strategico aziendale, approvato in dicembre e che prevede sia il dimezzamento del recapito per il 25% della popolazione italiana sia un robusto taglio degli uffici postali. Poiché tra queste innovazioni, una delle più dirompenti riguarda proprio la consegna dei giornali, nell’approvare il piano l’Agcom aveva auspicato che la società e gli editori trovassero insieme una soluzione diversa: ora il Governo ha trovato le risorse per risolvere il problema, anche se la soluzione non è ancora stata individuata.

La notizia non trova una conferma ufficiale da parte della società, che in questo momento sta concentrando tutti i suoi sforzi sulla privatizzazione d’autunno: l’ad Francesco Caio è a Londra per incontrare gli investitori. «A questo punto – commenta Zanotti – mi pare inevitabile un ridisegno dei tagli annunciati nei mesi scorsi. La ragione di questo ripensamento è politica e ci soddisfa: significa che il Governo ha compreso sia l’impraticabilità della strada indicata da Poste Italiane, che portava dritto verso una procedura d’infrazione, sia l’esigenza delle popolazioni di continuare ad avere un servizio di recapito davvero universale». Meno positive, ammette Zanotti, le altre notizie filtrate da palazzo Chigi sulla riforma dell’editoria: «se è vero che il Governo ha premuto sull’acceleratore e vuole concludere entro l’anno, crea grande incertezza sia la convinzione dei suoi consulenti che il tramonto della carta stampata sia inevitabile e, ancor più, il fatto che non sia ancora stato quantificato il contributo del 2014. Mi chiedo, a queste condizioni, quali aziende editoriali arriveranno vive al traguardo della riforma… Ma almeno sul fronte postale il cielo sembra più sereno». 

Come abbiamo documentato in questi mesi, il piano strategico che ha aperto la stagione della privatizzazione di Poste Italiane spa - la cessione della minoranza delle quote permetterà allo Stato di incassare 4 miliardi di euro - prevede robusti tagli di personale, la chiusura di centinaia di uffici postali, una riduzione d’orario in molti altri e anche l’introduzione della consegna a giorni alterni della posta e dei giornali nei Comuni in cui questo servizio non fosse remunerativo per la società. Il dimezzamento del servizio, secondo il programma di Caio, può interessare fino al 25% della popolazione italiana. Poiché questo progetto ha suscitato durissime reazioni da parte della Fieg, della Fisc, di singoli editori (come la Nei) e soprattutto delle popolazioni potenzialmente interessate, quelle cioè che risiedono in aree marginali del Paese, la «compensazione» riconosciuta a Poste Italiane all’interno del nuovo contratto con lo Stato dovrebbe servire anche a evitare questa riduzione unilaterale del servizio universale, che è contestata a livello europeo: un’interrogazione dell’eurodeputato David Sassoli ha chiamato in causa la Commissione europea che sull’argomento non ha mai autorizzato l’Italia a derogare al principio del servizio universale e che comunque non sembra intenzionata a concedere una deroga talmente ampia, che taglia fuori un cittadino su quattro. 

Il nuovo contratto impegnerebbe esplicitamente Poste Italiane a osservare gli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea e le parole di Zanotti confermano che proprio la prospettiva di incorrere in un’infrazione europea - aborrita da Renzi avrebbe convinto il ministero dello Sviluppo economico a cercare una via d’uscita che permetta a Poste Italiane di mostrare agli investitori un bilancio in ordine, malgrado le perdite maturate in questi anni, senza dover ricorrere a tagli draconiani del servizio di recapito della posta e dei giornali. Nell’attesa che le Commissioni parlamentari e l’Agcom esaminino il testo e di comprendere il meccanismo esatto della compensazione, si discute anche del piano di tagli che riguarda la rete degli uffici postali: secondo il contratto la società “potrà” discuterlo con le autorità locali ma l’ultima parola spetterà solo all’Agcom. Nel caso di una razionalizzazione, riporta il Messaggero, «a seconda della densità di popolazione, gli uffici postali apriranno tre giorni per ogni settimana con un tetto di 18 ore, oppure due giorni con un tetto di 12 ore».

Incontri Posta, Comunicazione e Logistica


Nei giorni 15 e 16 luglio si sono svolti due ulteriori incontri su riorganizzazione PCL.
Abbiamo nel corso del confronto espresso forti dubbi su vari elementi del progetto.
Rispetto alla presentazione del giorno 15 abbiamo rimarcato il nostro disaccordo sui turni proposti, in modo particolare per quelli dei portalettere.
Abbiamo anche rilevato le probabili criticità ad affrontare l’insieme della gestione delle reti differenziate (universale, mercato e PLUS).
Abbiamo espresso seri dubbi anche sulla capacità di affrontare la concorrenza nei grossi capoluoghi di provincia utilizzando lo stesso modello organizzativo di un centro medio piccolo.
Abbiamo anche espresso grosse riserve rispetto agli orari che si sono prospettati per la linea plus (3), per le difficoltà sia di servizio per gli addetti, sia per la gestione amministrativa rispetto agli istituti contrattuali (ferie ed altro).
Abbiamo espresso dubbi sull’affermazione aziendale di ricondurre ad almeno 4 zone i PDD, atteso che già oggi prima della ristrutturazione sono molti i PDD con numero inferiore di zone.
Abbiamo chiesto chiarimenti su cosa realmente porta la linea PLUS, atteso che in varie zone abbiamo i messi notificatori e l’illustrazione nulla dice sulle modalità future di svolgimento di questo servizio
Abbiamo espresso contrarietà alla parametrazione proposta rispetto alla consegna delle notifiche e dei pacchi.
Rispetto all’incontro del 16 abbiamo riaffermato la nostra netta contrarietà alla eliminazione della titolarità di zona con conseguente utilizzo dei titolari su altre zone.
Abbiamo contestato i dati aziendali sull’assenteismo, atteso che le assenze per malattia sono inferiori al 4%.
Abbiamo ribadito le motivazioni che hanno portato all’istituzione della flessibilità operativa.
Abbiamo rigettato in toto il progetto di flessibilità e fungibilità totale che dovrebbe consentire all’Azienda, attraverso i vari capi e capetti dei centri, di spostare il personale senza limiti e senza regole, togliendo ogni certezza di applicazione ai nostri colleghi portalettere.
Abbiamo chiesto sostanzialmente un sistema di sostituzioni che determini modalità certe e le priorità fra tali modalità, al fine di assicurare sempre le coperture delle zone in un ottica di qualità.
Il confronto proseguirà la prossima settimana nei giorni 21 e 22 luglio.
Cordiali saluti

MARIO PETITTO

Poste Italiana addio pagamento servizio giacenza allo sportello

Di seguito la nota dell'Azienda>:

Poste Italiane rende gratuita la giacenza della posta custodita presso i propri uffici.
Dal 17 luglio tutti i cittadini che troveranno nelle loro cassette postali l’avviso di giacenza di Raccomandate, Assicurate, Pacco ordinario e degli altri prodotti nazionali e internazionali, potranno recarsi a ritirare gratuitamente la posta giacente entro i termini stabiliti per ciascun prodotto.




Con oggi gratuita la giacenza

Sorpresa da Poste italiane: finora per gli invii a firma c’era un lasso di tempo, oltrepassato il quale occorreva pagare per ritirare quanto non consegnato dal portalettere

“Dal 17 luglio tutti i cittadini che troveranno nelle loro cassette postali l’avviso di giacenza di raccomandate, assicurate, pacco ordinario e degli altri prodotti nazionali e internazionali, potranno recarsi a ritirare gratuitamente la posta giacente entro i termini stabiliti per ciascun prodotto”.
È la nota diffusa oggi da Poste italiane, che di fatto cancella vecchi balzelli. Per esempio, sulla raccomandata: chi non si trovava nel luogo giusto al momento giusto, magari a casa al passaggio del portalettere, per ritirarla senza oneri doveva recarsi allo sportello entro dieci giorni lavorativi (fino al 2013 erano cinque). La missiva restava (e resta) a disposizione per trenta giorni prima di essere restituita al mittente, ma dall’undicesimo in poi occorreva pagare 52 centesimi, ossia il 1.000 lire d’antan. Adesso non bisognerà più porre mano al borsellino.





domenica 12 luglio 2015

Agcom/4 Servizio universale ed oltre


Il rapporto tra volumi e ricavi nel comparto garantito a Poste italiane, negli altri settori e nel corriere espresso

Nella relazione annuale 2015, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non trascura i supporti specifici. Quelli rientranti nel perimetro del servizio universale, ossia il corriere ordinario fino ai due chili, i pacchi entro i venti, gli invii raccomandati, assicurati e di posta massiva, nel 2014 hanno generato ricavi per oltre 1,8 miliardi di euro, cifra calata del 18% rispetto all’anno precedente. Anche i volumi totali sono in rosso: -19,1%.
La corrispondenza nazionale costituisce il 92,3% del totale. Quanto alla notifica degli atti giudiziari e delle violazioni al Codice della strada, prestazione ancora affidata in esclusiva a Poste italiane, nel 2014 ha generato ricavi pari a 327 milioni di euro, per un totale di oltre 45 milioni di pezzi. Il confronto con l’anno precedente comporta numeri negativi, sia nei ricavi (4,1%), sia nei volumi (2,8%).
Le altre prestazioni, cioè quelle che esulano dal servizio universale, sono caratterizzate -precisa l’Agcom- da una maggiore apertura alla concorrenza e da una maggiore capacità delle imprese che vi operano ad innovare ed a rispondere alla domanda del mercato (è il caso, ad esempio, della consegna a data ed ora certa). Ecco quindi un aumento del 3,9% negli invii, accompagnato da un incremento nei ricavi pari al 15,3%. È un mercato in cui la società diretta da Francesco Caio domina con il 75% della quota, in crescita di 1,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Infine, il corriere espresso, Nell’anno in esame, il mercato risulta composto, in volume, per oltre tre quarti da spedizioni nazionali, che fruttano circa la metà dei ricavi; quelle dirette all’estero, pur rappresentando solamente il 12,6%, hanno generato il 40,7% degli introiti. Complessivamente, si registra un aumento di entrambe le voci, pari rispettivamente al 5,2% ed al 5%. Il comparto si caratterizza per l’assenza di un operatore dominante: Sda (quindi Poste italiane) è solamente la quinta realtà.

Agcom/3 Lo sguardo sulla rete

Ed il confronto -sempre effettuato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni- con qualche Paese europeo


Poste italiane è l’unico operatore che possiede una rete capillare su tutto il territorio nazionale
La diminuzione del traffico, nonché il percorso di recupero di efficienza posto in atto dal fornitore del servizio universale (ossia Poste italiane), ha condizionato la dinamica degli addetti, dice ancora nella sua relazione 2015 l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nel 2014 i lavoratori si sono attestati intorno alle 151mila unità, in leggera riduzione (-0,41%) rispetto a dodici mesi prima. I portalettere, in particolare, nel 2014 erano 36mila, il 5,4% in meno.
La rete di accesso prevede 15.537 punti di accettazione, in lieve aumento (circa lo 0,4%) rispetto al 2013. La maggior parte (85,9%) di essi è costituita dagli uffici di Poste italiane (a dicembre 2014 erano 13.350), l’unico operatore che possiede una rete capillare su tutto il territorio nazionale. Ad aprile dell’anno scorso, gli uffici postali risultavano ubicati prevalentemente (55%) nei comuni urbani, dove risiede più dell’80% della popolazione. In tali centri il numero di cittadini per ufficio emergeva pari a 6.758, mentre in quelli rurali era uguale a 1.962. Nei 288 paesi in cui non sono presenti sportelli dimorava solo lo 0,14% delle persone.
Un esame con alcuni Stati europei (Austria, Eire, Francia, Germania) rivela che la capillarità delle rete tricolore, sia in termini di popolazione servita, sia in termini di copertura, “è confrontabile”; il primo paragone ha valori simili, con il secondo la rete nostrana è leggermente meno capillare solo rispetto alla tedesca.


Agcom/2 Prezzi nella media europea

La corrispondenza ha volumi alti e ricavi non proporzionati; il contrario avviene con il corriere espresso

Il numero degli operatori (news precedente) non è che degli aspetti toccati, nella relazione annuale 2015, dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Un altro riguarda i prezzi dei servizi. Essi -si legge nel documento- “sono cresciuti secondo una dinamica, seppure inizialmente più lenta, in linea con quella dei prezzi al consumo”. In ogni caso, nel complesso, “risultano stabilmente nella media europea”.
Nell’ultimo biennio -altro dato- appaiono diminuiti, in termini pro capite, sia la spesa, sia i volumi in tutte le categorie, ad eccezione del corriere espresso (conseguenza del commercio elettronico, ndr).
Durante lo stesso lasso di tempo, il settore postale ha subìto una riduzione dei quantitativi (comune peraltro a tutti i Paesi europei) più marcata rispetto alla riduzione degli introiti.
Nel 2014, la corrispondenza (comprendendo servizio universale, quelli in esclusiva e gli altri), pur costituendo il 94,4% dei volumi di traffico, ha generato solamente il 52,6% dei ricavi. Opposto è il discorso con il corriere espresso: rappresenta solo il 5,6% dei volumi, ma genera il 47,4% del fatturato.