sabato 3 ottobre 2015

Poste - il governo blocca la consegna a giorni alterni




Stop del governo a Poste Italiane: scongiurata per il momento la consegna della corrispondenza a giorni alterni nei centri più piccoli e nelle aree montane. Il piano potrebbe comunque scattare il prossimo anno, solo però a seguito di una verifica sui volumi reali di corrispondenza che dovrà essere effettuata dall’Autorità Garante delle Comunicazioni, con l’obiettivo di evitare disservizi e diminuzione della qualità. Questo il risultato dell’intervento del Governo, a fronte della richiesta di una presa di posizione da parte dei Deputati dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e di numerosi sindaci italiani e sulla scorta di proteste arrivare nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali e anche i 190 giornali aderenti alla Fisc, Federazione italiana settimanali cattolici.

«L’importante comunicazione di Palazzo Chigi - spiega Enrico Borghi, presidente dell’Intergruppo per lo Sviluppo della Montagna e presidente nazionale Uncem - conferma che avevamo ragione quando abbiamo denunciato che il nuovo piano di distribuzione dei Poste andava a creare diversi livelli di cittadinanza, penalizzando fortemente chi vive nelle zone rurali e montane. Sarebbe aumentato il divario con chi abita nei centri urbani, dove addirittura la corrispondenza, lettere e giornali, sarebbero arrivati due volte al giorno. Con questa sospensione decisa dal governo, si aprono le prospettive per garantire quel diritto di cittadinanza fondamentale sancito dalla Costituzione, che esprime l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, previsto anche dalle norme recenti contenute negli accordi con Poste e nel Servizi postale universale. Tornare indietro rispetto a questi diritti comprometterebbero coesione e sussidiarietà che sono per noi, nel nostro Paese, fondamentali».



Consegna della posta a giorni alterni: contrordine. Il piano introdotto da Poste italiane, e che da qui al febbraio 2017 avrebbe portato a ricevere la corrispondenza un giorno sì e uno no al 25% della popolazione, ha infatti subito uno stop a seguito di un intervento del Governo scaturito dalla richiesta da parte dei Deputati dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e di numerosi sindaci italiani e sulla scorta di proteste arrivare nei giorni scorsi dalla diverse organizzazioni e anche dai 190 giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici).
“Ci sono in gioco temi e diritti costituzionali”, aveva affermato pochi giorni fa il Prof. Alberto Gambino, Direttore del dipartimento di Scienze Umane dell’Università Europea di Roma e Direttore scientifico di Dimt, ospite di Tv200 insieme al Presidente di Fisc, Francesco Zanotti. “C’è una direttiva europea che impone a tutti gli Stati membri il servizio universale; inoltre, c’è il tema della concorrenza, perché siamo in presenza di un monopolista che non può impedire ad una fetta di popolazione l’approvvigionamento di un bene pubblico essenziale. L’esito della vicenda – aveva concluso Gambino – è dunque a mio avviso scontato e non è limitato ad una procedura di infrazione a livello comunitario”. Una previsione confermata dai fatti delle ultime ore.
In una nota Poste comunica inoltre di aver anche “avviato, nell’ambito del tavolo dell’Editoria convocato dalla presidenza del Consiglio e dal Mise, e in accordo con l’ Agcom, una iniziativa per proseguire la consegna dei giornali, fino al 31 dicembre, anche nelle zone interessate. Tale iniziativa, a carattere commerciale non rientra nel perimetro del nuovo servizio universale postale”. Il piano  potrebbe dunque scattare il prossimo anno, solo però a seguito di una verifica sui volumi reali di corrispondenza che dovrà essere effettuata dall’Agcom, con l’obiettivo di evitare disservizi e diminuzione della qualità.

http://www.dimt.it

Poste, quotidiani ancora a casa tutti i giorni
Almeno fino al 31 dicembre (e probabilmente oltre), le Poste Italiane recapiteranno i giornali anche nei comuni dove, secondo il piano Caio, avrebbe dovuto scattare da ieri la consegna a giorni alterni. La notizia è stata confermata ad "Avvenire" da una fonte interna e ha suscitato la «soddisfazione» della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc). 
Questi ultimi, di fronte alla sospensione del piano, ringraziano il governo che «ha ascoltato quanto da noi chiesto giovedì della scorsa settimana con una lettera inviata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, ai vertici di Poste Italiane e al presidente dell’Agcom – ha dichiarato il presidente Francesco Zanotti all’Agenzia Sir –. Avevamo domandato la sospensione immediata del Piano che prevede la consegna della posta non solo a giorni alterni, ma in realtà a scacchiera. Ora, si può ragionare con più calma con tutte le parti in causa. Resta vero che quello postale è un servizio essenziale, un bene comune, da garantire a tutti i cittadini, come previsto anche da una direttiva dell’Unione europea, vincolante per gli Stati membri. Inoltre, con la consegna della posta a singhiozzo viene meno la libertà per tutti i cittadini d’informarsi, tenuto conto del grave pregiudizio che si arrecherebbe a quelle pubblicazioni quotidiane e settimanali diffuse tramite abbonamento».
La consegna a giorni alterni – subito contestata da "Avvenire" per le sue conseguenze sociali e sul mondo dell’informazione, documentate con un’ampia inchiesta – rientrava tra le economie promesse agli investitori, in vista della privatizzazione della società e proprio per scongiurare tali tagli, il governo aveva promesso a Poste Italiane un rimborso supplementare, oltre il contributo che copre il servizio universale di recapito.
Adesso la Fisc invita a «ragionare con pacatezza. Non possiamo assecondare discriminazioni tra cittadini, anche e soprattutto per quanto attiene la libertà d’informazione». Nessuna reazione dall’Agcom, che aveva a sua volta approvato il piano Caio chiedendo a Poste italiane di «formulare una proposta specifica e migliorativa» per la stampa.


http://www.avvenire.it

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