giovedì 26 maggio 2016

Centri estivi 2016, scopri le novità dedicate ai figli dei dipendenti


Anche quest’anno nell’ambito delle azioni di Politiche Sociali sono previste iniziative a favore dei figli dei dipendenti di Poste Italiane, con specifico riguardo al periodo estivo durante il quale le famiglie hanno maggiori necessità di conciliazione tra vita lavorativa e tempo libero dei figli legato alla chiusura delle scuole.
Per rispondere a questa esigenza sono stati definiti accordi con società specializzate nel settore dei servizi ludico-ricreativi, per l’offerta di sconti commerciali. Le proposte, che potranno essere aggiornate periodicamente, si rivolgono ai figli dei dipendenti nella fascia di età compresa tra 3 e 25 anni.
Soggiorni velici, escursioni e rispetto della natura, attività sportive, teatro. Molte le proposte che riguardano programmi di apprendimento delle lingue straniere con offerte di vacanze studio in Italia e all’estero, i centri estivi anche per i più piccoli in lingua inglese e le Funweek durante le vacanze: queste le proposte 2016.

Education First
Corsi di lingue straniere e anno accademico all’estero
Kids&Us 
Corsi di inglese e Funweek per bambini e ragazzi
EUR Sporting Club
Centri Estivi dell’EUR Sporting Club, a Roma
Frasi – Spaziando Viaggi
Viaggi studio in Italia e all’estero
Esperia – Crescere insiemeCentri estivi a Roma e a Ostia Lido
Il Casale del Grillo – Club estivo multisport
Centri estivi in agriturismo in Umbria
LIA – Language in actionCentri estivi in lingua inglese in Italia e all’estero
LP – Language Point 
Centri estivi finalizzati all’apprendimento della lingua inglese
Velamare Club
Soggiorni velici per under 18 in Sardegna
Centri estivi presso il Circolo Sportivo L’Acquedotto in zona Alessandrino a Roma

Poste. Bernava: La maggioranza dell’’azienda deve rimanere in mano pubblica





Roma, 26 maggio 2016- “La Cisl è seriamente preoccupata per il futuro di Poste Italiane. L’intenzione del Governo, anticipata dagli organi di stampa, di ridurre la propria partecipazione nel capitale dell’azienda postale girando alla Cassa depositi e prestiti una quota pari al 30-35%, limitando quindi le quote di proprietà del Tesoro intorno al 30-35 %, è una operazione finanziaria molto discutibile, destinata solo a fare cassa, che prefigura solo una pericolosa volontà di spacchettamento e, di fatto, di indebolimento dell’azienda postale ”. E’ quanto rileva il Segretario Confederale della Cisl, Maurizio Bernava, attuale reggente della Slp (la Federazione Cisl dei lavoratori postali, sindacato più rappresentativo di Poste Italiane) commentando le ipotesi di stampa sulla eventuale cessione da parte del Tesoro, della quota di maggioranza di Poste Italiane S.p.A., con l’obiettivo di ottenere risorse da destinare innanzitutto alla riduzione del debito pubblico. “Non siamo mai stati contrari per principio alla privatizzazione delle aziende pubbliche”, aggiunge Bernava. “I lavoratori postali sono stati attivi protagonisti delle varie trasformazioni e riorganizzazioni di Poste assicurando, con pesanti sacrifici, altissima produttività e utili mai visti nella gestione aziendale. Siamo tuttavia fermamente contrari ad una privatizzazione senza un progetto che abbia una valenza sociale e, ancor più a processi di privatizzazione non accompagnati da politiche industriali chiare e coerenti. Il Governo dovrebbe piuttosto sostenere la privatizzazione già avviata, che è stata un’operazione importante e che dovrà avere ripercussioni, speriamo positive, sul futuro dei servizi postali, i nuovi investimenti dell'azienda e la gestione del risparmio dei cittadini, visto che le Poste raccolgono quasi 500 miliardi all'anno di depositi, finanziando in parte la Cassa Depositi e Prestiti. Non ci convince invece e non condividiamo la volontà del Governo di cedere ulteriori quote del capitale dell'Azienda”, rimarca il sindacalista della Cisl. “Noi pensiamo che la maggioranza della società postale debba rimanere pubblica e che occorra realizzare la massima trasparenza. La Cisl ritiene un grave errore, per il futuro dell'Azienda e per il Paese, la via delle privatizzazioni puramente "finanziarie" già praticate negli anni novanta, che distrussero il potenziale competitivo di molte aziende pubbliche. Per questo rilanciamo la nostra proposta al Governo,a tutte le forze politiche ed alle altre parti sociali: facciamo diventare l'azienda postale il 'laboratorio' di moderne relazioni industriali aprendo all'azionariato collettivo proprio con il coinvolgimento diretto dei lavoratori nelle scelte strategiche dell'azienda. Questa sarebbe una svolta storica per il nostro Paese, perché con i lavoratori presenti nella “Governance” si manterrebbero le garanzie di socialità e soprattutto di unicità dell’azienda, vero pericolo di questa delicata fase di ulteriore privatizzazione”. "Per raggiungere questi nuovi obiettivi"-continua Bernava- chiediamo più attenzione alle esigenze dell'utenza e dei lavoratori, maggiore impegno ed investimenti nella riorganizzazione efficiente dei servizi. Serve a tutti rimuovere una conflittualità sindacale che rischia di esasperarsi anche per la scelta del Governo di voler intraprendere nuove privatizzazioni, senza una grande alleanza tra azienda, lavoratori e azionista pubblico per condividere insieme la gestione della privatizzazione con la partecipazione. Il processo di privatizzazione non può non vedere i lavoratori protagonisti". "Per questo la Cisl auspica- conclude Bernava- che nei prossimi giorni il Governo ripensi la scelta di cedere ulteriori quote proprietarie e si impegni ad aprire una discussione trasparente con il sindacato sulla presenza dei lavoratori nella “governance” di Poste, ed in prospettiva delle altre aziende pubbliche, con l'obiettivo di concentrare la propria missione a migliorare la qualità dei servizi per i cittadini e contribuire alla produttività del Paese. Ma soprattutto per difendere e tutelare la dignita' del lavoro che anche nelle Aziende partecipate dalla Stato, e' la grande risorsa su cui puntare per renderle più competitive e concorrenziali".


Di seguito il volantino


Poste: alla Cdp il 35% del Tesoro. Il 29,7% andrà sul mercato


Il 35% del capitale di Poste Italiane passa sotto il controllo della Cassa deposti e prestiti. Il cda della società presieduta da Claudio Costamagna ha approvato ieri l’operazione e ha dato mandato al management di convocare l’assemblea per deliberare l’aumento di capitale, comprensivo di sovrapprezzo, pari a 2,93 miliardi di euro, che consentirà il conferimento della partecipazione. La formalizzazione dell’operazione, sulla quale erano circolate indiscrezioni nei giorni scorsi, è stata sancita in un comunicato del ministero dell’Economia uscito nella serata di ieri, al termine della riunione del board della Cdp.
La scelta di realizzare questo passaggio azionario attraverso un aumento di capitale cela la reale ragione dell’operazione, che non ha una valenza industriale vera e propria. Da come è stata impostata, essa ha come obiettivo principale quello di rafforzare il patrimonio della Cdp e darle maggiore stabilità per affrontare i numerosi impegni di finanziamento a sostegno dell’economia in cui è coinvolta. L’aumento di capitale, a differenza dell’acquisto, non pesa sui conti della società. Ma, soprattutto, è la tipologia del business di Poste a fare la differenza. Cdp controlla in prevalenza attività industriali che per il connesso livello di rischio assorbono molto patrimonio in termini di requisiti di stabilità. L’attività assicurativa e finanziaria di Poste, che però non contiene il rischio tipico delle banche perchè non eroga credito, oltre a essere proficua di cassa assorbe poco patrimonio.
Nell’operazione c’è però un risvolto della medaglia che si legge nel comunicato del ministero. E cioè, il forte potenziale conflitto di interessi legato al cambio del controllo di Poste: la convenzione con la Cdp che remunera la raccolta che la società gestisce per conto della Cassa è la seconda fonte di ricavi per l’azienda appena quotata. Per Poste essere controllata da un soggetto che è anche controparte in un contratto economico non pone esattamente nelle migliori condizioni contrattuali. Un tema sul quale l’attuale azionista di riferimento, il ministero dell’Economia che controlla il 64,7 per cento del capitale, è molto sensibile soprattutto in considerazione del fatto che intende, entro fine anno, collocare sul mercato una seconda tranche di Poste pari al 29,7 per cento del capitale. 
Ecco allora che è stata scelta la strada di separare la governance: Cdp potrà solo detenere la partecipazione, mentre «l’attività di indirizzo e di gestione della partecipazione continuerà a essere esercitata dal ministero dell’Economia», si spiega nella nota. Su questo aspetto sarebbe stato molto persuasivo anche l’amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, consapevole della necessità di rendere massima la chiarezza al mercato sulle dinamiche che incidono sul business della società. Nel comunicato si spiega che per disciplinare il passaggio della partecipazione (che finirà nella gestione separata di Cdp )e le regole di governance è stato adottato un apposito decreto ministeriale.
In occasione della prossima riunione del consiglio dei ministri, presumibilmente all’inizio della prossima settimana, verrà approvato un Decreto del presidente del consiglio che dovrà fissare i criteri in base ai quali collocare sul mercato la tranche residua del Tesoro. 
Il nuovo decreto si rende necessario perchè il precedente Dpcm che ha consentito la privatizzazione di Poste prevedeva la cessione di una quota massima del 40 per cento del capitale. Il pacchetto che passa alla Cdp, destinato a diventare la quota di controllo di Poste, viene valorizzato ai prezzi di mercato. L’aumento di capitale comporterà la diluizione delle fondazioni oggi azioniste di Cdp con il 18,4% al 15% circa. L’operazione, secondo il Mef, non determina l’insorgere dell’obbligo di Opa obbligatoria a carico della Cdp.
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giovedì 12 maggio 2016

Mobilità territoriale Lazio



In virtù dell'accordo siglato il 29-04-16 dal 16 al 31 maggio sarà possibile presentare le domande di mobilità sia da un comune all'altro della stessa provincia, sia da una provincia all'altra della stessa regione.
Le domande: sia provinciale che regionale, possono essere presentate entrambe.
La domanda può essere presentate tramite il portale poste per noi o tramite fax.