lunedì 29 febbraio 2016

Ddl concorrenza a rischio il monopolio AG

Ddl concorrenza, cattive notizie per Poste Italiane

La legge sulla concorrenza potrebbe presentare amare sorprese per Poste Italiane.
Il carrier da poco sbarcato in Borsa rischia di vedersi revocato un monopolio che le sta molto a cuore: quello della consegna degli atti giudiziari, un business da 300 milioni.
Il ddl, ora fermo alla commissione Attività produttive del Senato, potrebbe ribaltare quanto deciso alla Camera, dove il gruppo strappò una proroga per mantenere quest’attività in solitaria fino al giugno del 2017.

CORSA CONTRO IL TEMPO. Adesso si ritorna a quanto previsto nel testo preparato dal ministero dello Sviluppo: giugno 2016, cioè poco più di tre mesi.
I relatori Luigi Marino (Ap) e Salvatore Tommaselli (Pd) sono di fronte a una vera corsa contro il tempo, visto che la lettura del testo nella commissione guidata da Massimo Mucchetti ha registrato non pochi ostacoli sulla strada.
Da un lato, il calendario di Palazzo Madama è stato monopolizzato dalla legge sulle unioni di fatto; dall’altro, la commissione Bilancio ha ritardato i suoi pareri, impegnata com’era sul decreto Banche.
Senza contare che il provvedimento è un omnibus che spazia tra finanza, assicurazioni, energia, farmaci e professioni.

LE PRESSIONI DELL'ANTITRUST. Tutte misure, a differenza di quanto sta accadendo per Poste, dove la maggioranza si sta muovendo con molta cautela, come dimostrano i tentativi di rinviare la fine del servizio elettrico di maggior tutela o gli sconti sul Rca auto, che favorirebbero le aree del Sud.
Di conseguenza, altri rallentamenti potrebbero essere decisivi. A spingere il Senato a fare un passo indietro rispetto alla Camera sono state soprattutto le pressioni dell’Antitrust.
A fine ottobre il suo presidente, Giovanni Pitruzzella, disse davanti alla stessa commissione Industria di Palazzo Madama che non solo bisognava tornare alla disposizione originaria, ma che si doveva presto arrivare alla «riperimetrazione del servizio universale», aprendo il settore al sistema delle gare.

UN BUSINESS DA 300 MILIONI. Con lui anche gli altri attori della logistica italiana.
La consegna degli atti giudiziari è un business che vale almeno 300 milioni di euro.
Per il gruppo guidato da Francesco Caio è un’attività pari all’1% del sito d’affari complessivo, ma è centrale per i piccoli operatori.
Non a caso, nei mesi scorsi Luca Palermo, presidente di Fise Are (l’associazione di categoria legata a Confindustria), era sbottato: «Altri due anni di monopolio su un’area di riserva era proprio quello di cui non si sentiva il bisogno; spiace peraltro che questo accada proprio in un disegno di legge che dovrebbe liberalizzare i mercati e potenziare la concorrenza tra gli operatori economici».


Ddl concorrenza: da oltre un anno la discussione in Parlamento. Che fine ha fatto?

E' da più di un anno in discussione in Parlamento il disegno di legge che per la prima volta ha dato attuazione al provvedimento annuale sulla concorrenza previsto per legge dal 2009.
Il testo - proposto dal ministero per lo Sviluppo Economico - e approvato dal Consiglio dei ministri il 20 febbraio 2015 prevede una serie di liberalizzazioni in campi che vanno dalle assicurazioni auto all'energia, dalle banche ai taxi. Tra le altre lo stop al monopolio di Poste sulla distribuzione delle multe e delle contravvenzioni o incentivi per l'incremento della concorrenza nella distribuzione farmaceutica.
Obiettivo del provvedimento quello di incentivare la crescita con misure in favore dei consumatori (sveltendo e rendendo più semplice, ad esempio, il passaggio da una polizza Rc a un'altra ma anche prevedendo sconti per operazioni di trasparenza come l'inserimento nell'auto della scatola nera o di rilevatori di tasso alcolico). E' previsto ancora, per quanto riguarda i servizi bancari, il potenziamento della trasparenza nella vendita di polizze, contratti di finanziamento e mutui.
Approvato alla Camera il 7 ottobre scorso (Leggi il DOSSIER DEI TECNICI dopo l'approvazione a Montecitorio) il testo è approdato in commissione Industria a Palazzo Madama dove - dopo un lungo ciclo di audizioni che ha visto auditi da Federfarma al consiglio nazionale del notariato al parlamentino nazionale dei taxi - il 10 dicembre 2015 è stato fissato il termine per gli emendamenti. 
Diverse le modifiche già apportate dalla commissione Industria, il provvedimento dovrà dunque tornare alla Camera una volta approvato da Palazzo Madama.
L'esame del ddl non riesce, comunque, a prendere velocita' in commissione. Alla base dei ritardi ci sono i lavori d'aula, i pareri della commissione Bilancio fermi all'articolo 39 (dedicato al confronto tra servizi bancari) e lo slittamento continuo delle riformulazioni dei relatori sui nodi critici delle assicurazioni rc auto. L'intenzione dei relatori, Salvatore Tomaselli del Pd e Luigi Marino di Ap, e' infatti quella di andare avanti fino alla fine del provvedimento e poi ripartire dagli articoli "critici" - e per questo accantonati - su sconti polizze rc auto, tabelle sui risarcimenti per le macrolesioni e fine del monopolio Poste su invio notifiche e multe. Secondo i relatori serviranno, dunque, almeno altre due settimane per completare l'esame in commissione e il testo possa quindi approdare in Aula.

domenica 21 febbraio 2016

INTERPELLO N. 7/2016 diritto di precedenza ed esonero contributivo. ovvero i ctd e la precedenza sulle nuove assunzioni




Posto per chiarezza l'art cui si fa riferimento, perchè la pubblicizzazione che si fa sulla rete e nelle sale è in parte fuorviante, visto che il diritto è soggetto a decadere dopo 12 mesi

 D.Lgs. n. 81/2015
Articolo 24 Diritti di precedenza
1. Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi, il lavoratore che, nell’esecuzione di uno o più contratti a tempo determinato presso la stessa azienda, ha prestato attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi ha diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei rapporti a termine.
2. Per le lavoratrici, il congedo di maternità di cui al Capo III del decreto legislativo n. 151 del 2001, e successive modificazioni, usufruito nell'esecuzione di un contratto a tempo determinato presso lo stesso datore di lavoro, concorre a determinare il periodo di attività lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza di cui al comma 1. Alle medesime lavoratrici è altresì riconosciuto, alle stesse condizioni di cui al comma 1, il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi dodici mesi, con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine.
3. Il lavoratore assunto a tempo determinato per lo svolgimento di attività stagionali ha diritto di precedenza rispetto a nuove assunzioni a tempo determinato da parte dello stesso datore di lavoro per le medesime attività stagionali.
4. Il diritto di precedenza deve essere espressamente richiamato nell’atto scritto di cui all’articolo 19, comma 4, e può essere esercitato a condizione che il lavoratore manifesti per iscritto la propria volontà in tal senso al datore di lavoro entro sei mesi dalla data di cessazione del rapporto di lavoro nei casi di cui ai commi 1 e 2, ed entro tre mesi nel caso di cui al comma 3. Il diritto di precedenza si estingue una volta trascorso un anno dalla data di cessazione del rapporto.

Integrazione logistica pacchi - febbraio marzo 2016





giovedì 4 febbraio 2016

Contestazioni Aziendali Lavoratori Pcl


In questi giorni l’Azienda sta procedendo a consegnare ai lavoratori di PCL decine di contestazioni di addebito che, in alcuni casi riguardano dettagliatamente la nota vicenda della Qualità certificata, ma in moltissimi altri invece appaiono non essere chiaramente riferite alla stessa indicando più generiche responsabilità rispetto a regolari procedure aziendali da adottare.
Poiché quanto sopra sta ingenerando forti preoccupazioni fra i lavoratori coinvolti ed ai fini di consentire sia una approfondita analisi della vicenda che una prima azione a difesa degli stessi, vi invitiamo a richiedere, per tutti coloro che si rivolgono alle nostre strutture, di poter fornire le proprie giustificazioni verbalmente assistiti da un proprio rappresentante sindacale (ai sensi dell’art 7 legge 300)
In ogni caso, se qualche lavoratore ritenesse di voler procedere a fornire le proprie giustificazioni per iscritto, consigliamo di seguire le seguenti indicazioni:
  • Sottolineare che il lavoratore è in indirizzo sulla mail non per competenza ma in quanto facente parte della struttura di riferimento;
  • Che gli argomenti contestati, qualora così fosse, facevano parte di normali procedure aziendali attualmente in atto;
  • Che le disposizioni impartite provenivano dai “competenti organi aziendali” e comunque da strutture gerarchicamente superiori, che di per se rendevano impossibile la percezione che fossero non conformi ed alle quali attenersi rigorosamente.

Facendo seguito a quanto già comunicatovi in relazione all’ormai nota vicenda delle contestazioni disciplinari in PCL, vi segnaliamo una ulteriore attenzione da adottare.
Abbiamo fatto ulteriori approfondimenti ed abbiamo constatato che molte contestazioni fatte ai lavoratori appaiono assolutamente infondate e inappropriate in quanto fanno esclusivo riferimento a procedure attualmente ancora in atto nella divisione (es. gli allert su invii di posta-target e/o massiva effettuati da grandi clienti).
Pertanto, in questi casi, sarebbe giusto aspettarsi la completa archiviazione del provvedimento.
Se coì non fosse e al lavoratore venisse, ingiustamente, comminata comunque una sanzione disciplinare, qualora lo stesso non volesse accettarla, vi consigliamo di procedere alla richiesta di arbitrato presso la DPL (vedi fac-simile allegato).
La procedura dell’arbitrato, in attesa del suo iter e dell’eventuale accettazione da parte aziendale, sospende gli effetti della sanzione e consente di poter eseguire ulteriori approfondimenti e valutazioni.

fac simile arbitrato legge 300


www.slpcislroma.it

lunedì 1 febbraio 2016

Poste e Mef fermano i rumors sul dossier Mps: «Nessuna operazione diacquisizione bancaria»


«Nessuna delle operazioni di fusione o acquisizione ipotizzate nel contesto del riassetto del sistema bancario rientrano nei nostri piani». Poste Italiane non tarda a fare sentire la propria voce e in tarda mattinata di domenica smentisce alcuni rumors che la vedrebbero interessata al dossier Mps. In particolare le voci fanno riferimento a un progetto cui starebbe lavorando il Governo, il Tesoro e le parti interessate per un’operazione tra il Monte dei Paschi di Siena e Banco Poste. In merito a queste indiscrezioni anche alcune fonti del ministero dell’Economia hanno fatto sapere che «ipotesi di operazioni che coinvolgano Poste italiane nel riassetto del settore bancario e in particolare indiscrezioni che vedono la società interessata all'acquisizione di Mps sono destituite di fondamento». 
Con queste due dichiarazioni sembra così allontanarsi l’ipotesi che avrebbe visto per il futuro del Monte dei Paschi di Siena una possibile aggregazione che avrebbe potuto coinvolgere anche BancoPosta.

http://www.ilsole24ore.com