Razionalizzazioni: l’allarme della Slp-Cisl
Uffici postali - Il segretario generale, Mario Petitto, parla di 450 chiusure e di revisioni agli orari per altri 600. La scelta sarebbe insita nel piano industriale
Alcune azioni contenute nel prossimo piano industriale “rischiano di avere un impatto negativo nei confronti delle comunità locali”. È quanto segnala il segretario generale della Slp-Cisl, Mario Petitto, in una lettera destinata ai presidenti di Associazione nazionale comuni italiani ed Unione nazionale comuni comunità enti montani, rispettivamente Piero Fassino ed Enrico Borghi.
Il riferimento è alla volontà assunta da Poste italiane di ridurre ulteriormente la presenza degli uffici postali sul territorio, concentrando la presenza -dice il sindacalista- nelle zone più redditizie. Parla di serrare definitivamente “circa 450 uffici postali sul territorio nazionale e di ridurre l’apertura per circa altri 600 con un totale di oltre 1.000 interventi”. Questo riguarda il 2013 ed il 2014, cui, in futuro, “dovranno seguire ulteriori chiusure/razionalizzazioni”.
La preoccupazione è che la politica aziendale “non colga l’enorme opportunità che la nostra rete (fisica e infrastrutturale) potrebbe offrire ai cittadini e all’intera economia del Paese. Noi abbiamo già espresso tutta la nostra contrarietà e le nostre perplessità verso un progetto che penalizza fortemente parte del territorio con pesanti ricadute anche occupazionali”.
Alcune azioni contenute nel prossimo piano industriale “rischiano di avere un impatto negativo nei confronti delle comunità locali”. È quanto segnala il segretario generale della Slp-Cisl, Mario Petitto, in una lettera destinata ai presidenti di Associazione nazionale comuni italiani ed Unione nazionale comuni comunità enti montani, rispettivamente Piero Fassino ed Enrico Borghi.
Il riferimento è alla volontà assunta da Poste italiane di ridurre ulteriormente la presenza degli uffici postali sul territorio, concentrando la presenza -dice il sindacalista- nelle zone più redditizie. Parla di serrare definitivamente “circa 450 uffici postali sul territorio nazionale e di ridurre l’apertura per circa altri 600 con un totale di oltre 1.000 interventi”. Questo riguarda il 2013 ed il 2014, cui, in futuro, “dovranno seguire ulteriori chiusure/razionalizzazioni”.
La preoccupazione è che la politica aziendale “non colga l’enorme opportunità che la nostra rete (fisica e infrastrutturale) potrebbe offrire ai cittadini e all’intera economia del Paese. Noi abbiamo già espresso tutta la nostra contrarietà e le nostre perplessità verso un progetto che penalizza fortemente parte del territorio con pesanti ricadute anche occupazionali”.
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