La corrispondenza ha volumi alti e ricavi non proporzionati; il contrario avviene con il corriere espresso
Il numero degli operatori (news precedente) non è che degli aspetti toccati, nella relazione annuale 2015, dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Un altro riguarda i prezzi dei servizi. Essi -si legge nel documento- “sono cresciuti secondo una dinamica, seppure inizialmente più lenta, in linea con quella dei prezzi al consumo”. In ogni caso, nel complesso, “risultano stabilmente nella media europea”.
Nell’ultimo biennio -altro dato- appaiono diminuiti, in termini pro capite, sia la spesa, sia i volumi in tutte le categorie, ad eccezione del corriere espresso (conseguenza del commercio elettronico, ndr).
Durante lo stesso lasso di tempo, il settore postale ha subìto una riduzione dei quantitativi (comune peraltro a tutti i Paesi europei) più marcata rispetto alla riduzione degli introiti.
Nel 2014, la corrispondenza (comprendendo servizio universale, quelli in esclusiva e gli altri), pur costituendo il 94,4% dei volumi di traffico, ha generato solamente il 52,6% dei ricavi. Opposto è il discorso con il corriere espresso: rappresenta solo il 5,6% dei volumi, ma genera il 47,4% del fatturato.
L’andamento dei prezzi e dell’inflazione (2010=100) secondo l’Agcom; i dati sono dell’Istat
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