Il responso dell'Agcom su Poste Italiane non e' arrivato, come previsto, a inizio giugno e ora e' atteso per fine mese. Il Piano Caio resta percio' in stand by e, con esso, la nuova Convenzione sul Servizio universale con il Ministero dello Sviluppo economico. Il nodo resta la proposta di consegna della posta a giorni alterni sul 25% del territorio nazionale, che potrebbe creare problemi con Bruxelles - per via della direttiva europea che prevede l'obbligo di recapito per un minimo di cinque giorni a settimana - e che e' vista come fumo negli occhi, secondo quanto si apprende, non solo dalla Fieg ma anche dalla Cei. Si', proprio la Conferenza Episcopale Italiana che e' editore, oltre che di "Avvenire" e de "L'Osservatore Romano", di 190 settimanali diocesani attraverso la Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici). Il motivo e' presto detto. L'esigenza degli editori e' quella di far recapitare i propri quotidiani agli abbonati ogni giorno e, per i settimanali, nei giorni previsti di uscita. Solo la Fisc deve coprire 160 diocesi con circa un milione di copie a settimana. L'Agcom, pertanto, si trova a dover mediare una soluzione triangolata tra la proposta di Francesco Caio, Bruxelles e il fronte editoriale interno. In questo quadro si fanno avanti gli operatori privati, come Nexive e gli associati a Fise Are Confindustria, associazione di categoria che rappresenta il sistema delle aziende private di recapito, distribuzione postale e parcel, pronte a prendere fette di mercato a Poste. La soluzione, percio', non e' per niente semplice per l'Authority guidata da Angelo Maria Cardani. Anche perche', non solo Poste rischia di perdere quote di mercato, ma, qualora ci fosse una richiesta di modifica della proposta Caio da parte dell'Agcom, i costi previsti del Servizio universale lieviterebbero e il Piano industriale 2020 sarebbe da rivedere. Con l'Ipo che incombe e che il Tesoro vorrebbe portare a termine entro novembre. A meno che lo stesso Tesoro non decida di rivedere le risorse destinate al Servizio universale, stabilite il 262 mln di euro all'anno dalla Legge di stabilita' (1 mld il costo effettivo per Caio). Intanto, la prossima settimana dal quartier generale di Poste partiranno le lettere indirizzate ai sindaci e agli Enti locali con le quali il Gruppo comunichera' la chiusura di 400 uffici postali in tutta Italia. L'operazione era stata tenuta in sospeso per via delle elezioni amministrative. L'obiettivo e' chiudere con le ferie estive, cosi' che a settembre i 400 uffici individuati non apriranno piu'. Il personale impiegato, ovviamente, verra' ricollocato presso altre sedi.
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