(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 09 giu - Si terra' domani il consiglio di amministrazione di Poste Italiane che, probabilmente, esaminera' per la prima volta il dossier privatizzazione. Oggi intanto, di fronte a indiscrezioni sulle modalita' di quotazione allo studio, mette le mani avanti Mario Petitto, leader da 25 anni della Slp Cisl, sindacato maggioritario in Poste: "Penso - spiega - che il prossimo cda dovra' affrontare la questione della privatizzazione e noi staremo molto attenti. Il precedente Governo aveva fornito dei parametri chiari, come quello dell'unicita' aziendale e delle azioni gratuite ai dipendenti. Un aspetto, quest'ultimo, di cui avevamo gia' iniziato a parlare col vecchio management. Su questo piano la Cisl aveva garantito la sua collaborazione". Secondo quanto emerge oggi dalla stampa "il problema sembra solo quello della quotazione e non si parla piu' di azioni gratuite e di nuova governance. A queste condizioni ritireremo la nostra collaborazione".
"La nostra - prosegue il sindacalista - e' un'azienda complessa e delicata, non produce frigoriferi o aerei. Deve aprire ogni giorno 12mila uffici, mettere su strada 30mila portalettere. Noi in questi anni abbiamo aiutato questa azienda nella strada del rinnovamento. Qualcuno pensa bastino i conti per rendere un'azienda appetibile, secondo noi serve ben altro per invogliare a investire in un'azienda come la nostra. Un'azienda in fibrillazione non e' appetibile per nessuno". Petitto si sofferma anche sul capitolo esuberi, paventati sempre da indiscrezioni di stampa. "Non esistono esuberi in Poste Italiane; in alcune Regioni, come la Lombardia, il Piemonte, la Campania, si riscontrano difficolta' perche' non si e' in grado di soddisfare con l'attuale personale il servizio agli sportelli e il recapito".
"La nostra - prosegue il sindacalista - e' un'azienda complessa e delicata, non produce frigoriferi o aerei. Deve aprire ogni giorno 12mila uffici, mettere su strada 30mila portalettere. Noi in questi anni abbiamo aiutato questa azienda nella strada del rinnovamento. Qualcuno pensa bastino i conti per rendere un'azienda appetibile, secondo noi serve ben altro per invogliare a investire in un'azienda come la nostra. Un'azienda in fibrillazione non e' appetibile per nessuno". Petitto si sofferma anche sul capitolo esuberi, paventati sempre da indiscrezioni di stampa. "Non esistono esuberi in Poste Italiane; in alcune Regioni, come la Lombardia, il Piemonte, la Campania, si riscontrano difficolta' perche' non si e' in grado di soddisfare con l'attuale personale il servizio agli sportelli e il recapito".
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