Caio ridisegna le Poste: resteranno solo tre divisioni
ROMA — L’avvio del nuovo corso in Poste Italiane rischia di costare un prezzo superiore al previsto. A poche settimane dall’insediamento di Francesco Caio, in veste di amministratore delegato, i prevedibili strappi, in nome di una discontinuità con la gestione del predecessore Massimo Sarmi, iniziano ad apparire come spie di uno stile che allarma i sindacati e il ministero dell’Economia. Nel primo caso si tratta del piano di riorganizzazione che ha spiazzato i rappresentanti dei lavoratori. Al punto che una nota di Mario Petitto, segretario generale di Slp Cisl (64 mila iscritti) spara alzo zero sottolineando, «quello che accade in Poste è veramente imbarazzante. In quindici giorni sono stati cancellati 12 anni di lavoro». L’intervento contesta le mosse di Caio, «prive di una visione strategica, senza uno straccio di piano di impresa che un nugolo di ragazzetti consulenti provano a raffazzonare». Pesante il passaggio sulla scelta dei nuovi manager nominati da Caio, «ecco spuntare le anonime retrovie di cui non si conoscevano neanche i nomi». È, insomma, la fine della pace sociale nella più popolosa azienda del Paese (143 mila dipendenti), tanto che, nel sentore di un massiccio piano di esuberi, sono previsti i primi disservizi nel recapito delle cartelle esattoriali a Milano, Roma e Napoli. A fare precipitare la situazione è stato l’ordine di servizio che prevede un rimescolamento organizzativo senza precedenti. Abbandonato il modello suddiviso in direzioni, Caio ha optato per una super divisione ribattezzata Posta, Comunicazione e Logistica. Tradotto vuol dire accorpare tutte le funzioni di business dei servizi postali e logistici, oltre che il coordinamento delle società controllate Mistral Air, Consorzio Logistica Pacchi, Postel, Postecom, Sda e Poste Mobile. A capo della divisione è stato piazzato Roberto Giacchi, attuale amministratore delegato di Poste Mobile. In pratica, sotto di lui finisce metà del gruppo Poste, ad esclusione dei servizi finanziari e di BancoPosta, in attesa di un nuovo capo da individuare. La novità segue la raffica di ordini di servizio per la nomina di cinque nuovi direttori, compresa la casella pesante delle Risorse umane, affidata a Pierluigi Celli dall’1 luglio, una volta che avrà lasciato l’incarico da senior advisor in Unipol. Sul versante del ministero dell’Economia, le perplessità sono emerse all’indomani dell’ennesima melina di Caio per dilazionare la quotazione in Borsa, trincerandosi dietro la mancata sigla della convenzione con Cassa Depositi e Prestiti e del contratto per il servizio universale con l’Autorità delle Comunicazioni.
CORRIERE DELLA SERA articolo di Andrea Ducci
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