Non troppo tempo fa si parlava di 10.000
eccedenze, senza che l'azienda chiarisse come venissero individuate,
ricollocate o quale fosse il piano di riassetto, si parlava perciò di 10.000
probabili licenziamenti. Oggi la UIL rifiuta di firmare l'accordo e chiama a
votare i lavoratori, ma votare per cosa? Cinque mesi fa, mentre le principali
sigle di questa azienda scioperavamo per
non mandare la gente a casa, la UIL restava in disparte, o meglio girava
per gli uffici nel chiedere ai colleghi di non aderire allo sciopero. Responsabilmente come dicono loro,
favoriva la superbia dell'azienda, tacitamente ma neanche tanto, e quei 10.000
esuberi. Oggi si sveglia non
dando alternative, ma volendo semplicemente contestare un accordo difficile,
che difficilmente è stato realizzato.
Una ansia per la democrazia tardiva, che
non aveva dimostrato quando firmò in minoranza il premio di risultato a ribasso nel giugno 2012. L'impressione è
di trovarsi innanzi ad uno schieramento che non sapendo o volendo risolvere un
problema, gioca solo a fare opposizione, ben consapevole che una
riorganizzazione è necessaria, ma strumentalizzando questo momento in una presa
di posizione, tesa ad aggiustare una facciata compromessa da un comportamento
ambiguo. Il punto non è la UIL con i suoi problemi interni, ma la domanda che
non pone. I volumi sono calati, la merce che noi lavoriamo e giustifica il
nostro salario è diminuita. E' un fatto. Questo è un problema che va affrontato
responsabilmente. Se un accordo è stato firmato e condiviso da sigle sindacali
così diverse è perché ha una sua validità. A fronte di quanto ci si prospettava
nel 2012 prevede la metà delle eccedenze, tutte ricollocate, e pone le basi per
un futuro. Predispone degli spazi che garantiscono che nessuno venga licenziato
e apre a nuove professionalità e nuovi utili che nel prossimo futuro ci
permetteranno di mantenere l'occupazione:
pacchi sino a 3 kg
e-commerce,
incremento delle ASi
trasformazione 700 risorse part time in full time
possibilità di passare al part time.
riqualificazione professionale.
pacchi sino a 3 kg
e-commerce,
incremento delle ASi
trasformazione 700 risorse part time in full time
possibilità di passare al part time.
riqualificazione professionale.
Punto
più importante si permette ai colleghi prossimi alla pensione, di cavalcare gli
ultimi 4 anni con i contributi pieni versati, e una retribuzione all'80% stando
a casa. Un no a questo
accordo apre la strada a delle possibilità, che non obbligatoriamente sono
migliori. La domanda quindi non è se ci piace questo accordo, perché a nessuno
piace fare i sacrifici: la domanda è quale alternativa desideriamo questa o
un'azienda con carta bianca. Soprassedendo sulla volontà dell'azienda, tutti i
sindacati che hanno firmato l'accordo, hanno come principale interesse che si
mantenga il lavoro e l'occupazione, e soprattutto a differenza di altri, si
sono esposti prendendosi delle responsabilità. Se la UIL ad oggi ha
un'opzione migliore, questo piano di riorganizzazione che tutto
risolve, perché non lo ha esposto restando nuovamente in un
responsabilmente silenzio? Chi ha idee, chi vuole fare fortunatamente va
avanti: ora inizia il lavoro più duro, non lasciare spazi all'incapacità o agli
interessi di alcuni e non perdere tempo.
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