Il nuovo ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante, sceglie l’occasione della presentazione della trimestrale per dare le prime indicazioni sulla sua strategia per la società dei recapiti. Il manager ha annunciato la presentazione del nuovo piano industriale «per le fine del 2017 o l’inizio del 2018». E ancora: Del Fante ha confermato l’intenzione di puntare sull’ampliamento dei prodotti offerti nel settore assicurativo e nel risparmio gestito, il potenziamento dei sistemi di pagamento (anche attraverso Sia), la vendita di servizi innovativi alla Pa, il rafforzamento dei pacchi e dell’e-commerce. La strategia sembra molto in continuità rispetto alla precedente gestione. E in effetti Del Fante ha già preannunciato, riservandosi però di verificare a fondo i conti e poi di passare prima dall’ok del board, di confermare in linea di massima per quest’anno la politica dei dividendi, che fino allo scorso anno prevedeva un payout dell’80 per cento. Bisognerà vedere, però, quale sarà l’utile netto sul quale verrà calcolato.
Del Fante ha spiegato ieri che già nei primi tre mesi dell’anno è stato messo fieno in cascina. In particolare sul fronte del capital gain derivante dalla vendita dei titoli di Stato, che costituisce lo zoccolo duro con il quale viene garantita - come dichiarato sin dai tempi dell’Ipo - la stabilità dei ricavi del Bancoposta e che ha nei fatti sostenuto la politica dei dividendi. Durante la call con gli analisti finanziari, il management ha spiegato che nel primo trimestre 2017 sono già stati incassati circa 400 milioni su 500 milioni attesi all’anno. La preoccupazione del mercato è legata al trend di rialzo dei tassi che riduce la possibilità di avere un ampio capital gain sui titoli (in cui ha investito in passato Bancoposta) e che presentano rendimenti elevati. Per dare un idea, le plusvalenze potenziali su quei titoli sono scese da 5 miliardi del primo trimestre 2016 a 953 milioni dei primi tre mesi 2017.
I numeri approvati ieri sono in linea di massima in flessione, più che altro per il trend di contrazione della raccolta assicurativa del ramo vita, che ormai è uno dei principali driver della crescita di Poste. I ricavi segnano una flessione del 2,3 per cento, a 9,5 miliardi. La raccolta assicurativa - in linea con il trend del settore che è calato di oltre il 20% - scende del 3,2 per cento, da 6,1 a 5,9 miliardi. Cresce invece la raccolta del ramo danni (+60%) e si attesta a 40 milioni. Buona anche la performance del risparmio gestito, dove l’integrazione con Anima continua a dare risultati (e sulla quale Del Fante ieri ha detto di voler continuare a puntare): gli asset gestiti segnano una crescita del 30% (+77% le commissione attive).
Anche i servizi finanziari soffrono nei primi tre mesi, in particolare per le minori commissioni sulla raccolta gestita per conto della Cdp. I ricavi del comparto segnano una flessione dell’2%, a 1,7 miliardi. È più che positiva invece la performance della commissioni sui servizi finanziari venduti da Poste per conto terzi e della carte di pagamento. I volumi della corrispondenze segnano una flessione del 9%, mentre quelli dei pacchi continuano a crescere del 21 per cento.
Il risultato operativo del gruppo risente di tutto questo, ma anche del deconsolidamento di Mcc-Banca del Mezzogiorno in via di cessione: la flessione è del 6%, a 526 milioni.
L’utile netto si attesta a 351 milioni di euro, in calo del 4,4 per cento.
Ieri il management di Poste si è soffermato anche sull'investimento in Atlante, fatto attraverso Poste Vita, per un valore complessivo di 260 milioni: è emerso che nel corso del 2016 è stato deciso un accantonamento pari a circa il 50% di quella quota. Situazione ancora in divenire su Alitalia: Poste aveva fornito un finanziamento da 75 milioni a Midco. «Al momento non è stata decisa una svalutazione» ha detto Agostino Scornajenchi, responsabile group planning and control di Poste Italiane. «Leggiamo che potrebbe arrivare un nuovo piano di rilancio fatto dai commissari straordinari, stiamo monitorando», ha precisato.
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