Grande tensione in UniLazio, l'associazione degli industriali della regione guidata da Maurizio Stirpe. Alla vigilia dell'elezione dei 20 rappresentanti elettivi del consiglio generale di Confindustria, la ex giunta sottoposta col nuovo statuto a una cura dimagrante, UniLazio, legata in una santa alleanza fra grandi territoriali blasonate come Assolombarda, Varese, Bergamo, Monza, Venezia, Verona, Torino, Napoli ed Emilia Romagna, aveva candidato con tante di schede già prestampate Luisa Todini, la presidente di Poste Italiane scelta in rappresentanza del colosso guidato da Francesco Caio.
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, però, alla vigilia delle votazioni in Viale dell'Astronomia ci sono state delle furibonde telefonate dell'amministratore delegate di Poste, Francesco Caio, indirizzate al presidente dell'associazione degli industriali del Lazio Stirpe e a tutto il generone romano per sottolineare come il gruppo controllato dal Tesoro non si sentisse rappresentato dalla Todini(ma dallo stesso Caio). Telefonate che erano arrivate sino al punto di chiedere la modifica della scheda e di inserire il nome dell'amministratore delegato al posto dell'ex consigliera di amministrazione della Rai, a schede ormai stampate.
Una matassa difficile da sbrogliare perché non c'è stato appunto il tempo e il modo di sostituirla, recependo i desiderata del timoniere delle Poste. Così durante l'assemblea privata del 6 aprile, in rappresentanza della controllata pubblica in Confindustria, è stata eletta la Todini. Esito che ha fatto ulteriormente infuriare Caio.
E ora? Due vie d'uscita per risolvere l'intoppo laziale. O toccherà al povero Giorgio Squinzi mettere una pezza ex post, chiamando Caio nel consiglio generale e rifacendosi alla norma dello statuto che prevede che ci siano degli invitati da parte del presidente di Viale dell'Astronomia a partecipare ai vertici dell'Aquilotto (opzione che però Squinzi non vuole prendere in considerazione) oppure toccherà a Stirpe liberare uno dei seggi di sistema ad appannaggio di UniLazio, lasciando a casa un industriale laziale, per fare posto a Caio. Ma colpessimo risultato (un po' destabilizzante per il sistema confindustriale) di avere presidente e amministratore delegato in rappresentanza della stessa controllata dal Tesoro in consiglio. MentreMauro Moretti, ad di Finmeccanica, altro grande gruppo pubblico, è rimasto fuori...
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