In questi giorni l’Azienda sta procedendo a consegnare ai lavoratori di PCL decine di contestazioni di addebito che, in alcuni casi riguardano dettagliatamente la nota vicenda della Qualità certificata, ma in moltissimi altri invece appaiono non essere chiaramente riferite alla stessa indicando più generiche responsabilità rispetto a regolari procedure aziendali da adottare.
Poiché quanto sopra sta ingenerando forti preoccupazioni fra i lavoratori coinvolti ed ai fini di consentire sia una approfondita analisi della vicenda che una prima azione a difesa degli stessi, vi invitiamo a richiedere, per tutti coloro che si rivolgono alle nostre strutture, di poter fornire le proprie giustificazioni verbalmente assistiti da un proprio rappresentante sindacale (ai sensi dell’art 7 legge 300)
In ogni caso, se qualche lavoratore ritenesse di voler procedere a fornire le proprie giustificazioni per iscritto, consigliamo di seguire le seguenti indicazioni:
- Sottolineare che il lavoratore è in indirizzo sulla mail non per competenza ma in quanto facente parte della struttura di riferimento;
- Che gli argomenti contestati, qualora così fosse, facevano parte di normali procedure aziendali attualmente in atto;
- Che le disposizioni impartite provenivano dai “competenti organi aziendali” e comunque da strutture gerarchicamente superiori, che di per se rendevano impossibile la percezione che fossero non conformi ed alle quali attenersi rigorosamente.
Facendo seguito a quanto già comunicatovi in relazione all’ormai nota vicenda delle contestazioni disciplinari in PCL, vi segnaliamo una ulteriore attenzione da adottare.
Abbiamo fatto ulteriori approfondimenti ed abbiamo constatato che molte contestazioni fatte ai lavoratori appaiono assolutamente infondate e inappropriate in quanto fanno esclusivo riferimento a procedure attualmente ancora in atto nella divisione (es. gli allert su invii di posta-target e/o massiva effettuati da grandi clienti).
Pertanto, in questi casi, sarebbe giusto aspettarsi la completa archiviazione del provvedimento.
Se coì non fosse e al lavoratore venisse, ingiustamente, comminata comunque una sanzione disciplinare, qualora lo stesso non volesse accettarla, vi consigliamo di procedere alla richiesta di arbitrato presso la DPL (vedi fac-simile allegato).
La procedura dell’arbitrato, in attesa del suo iter e dell’eventuale accettazione da parte aziendale, sospende gli effetti della sanzione e consente di poter eseguire ulteriori approfondimenti e valutazioni.
fac simile arbitrato legge 300
www.slpcislroma.it
bravi ed esurienti
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