Dopo i presìdi di Poste shop, scompariranno anche i cinquantanove punti (in azienda li chiamano corner) di Poste vita e Poste assicura. Ma il motivo è differente. Nel primo caso si è deciso di chiudere l’esperienza, nel secondo di articolarla meglio ed inserirla in un contesto più ampio. Una sperimentazione, introdotta l’anno scorso alle sedi di Monza, Napoli Soccavo e Vasto (Chieti), ha dato esito positivo.
Vede protagonista l’operatore d’accoglienza, già presente negli uffici maggiori per aiutare il cliente con il gestore delle attese, i moduli o indirizzandolo allo sportello adeguato. Nel futuro approccio, gli proporrà servizi accessori al conto corrente. Ecco perché l’azienda conta di aumentarne il numero. In questi giorni sta lavorando alla strategia, con l’obiettivo di introdurre anche il nuovo tipo di supporto fisico, definito corner up, in centocinquanta sedi entro il termine dell’anno.
In parallelo, è stata decisa la riattivazione delle salette dedicate alle polizze; cento quelle previste da qui a fine dicembre.
Al tempo stesso, la società opera per dare un futuro ai dipendenti che hanno la qualifica di quadro ma non possiedono più una posizione specifica. Fra loro, ottantadue dovrebbero essere destinati ai processi operativi, cinquantotto a rafforzare la rete dei referenti per la filatelia (anche per i progetti nelle scuole e nelle carceri), cinquanta come sostegno al direttore di filiale.
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