mercoledì 30 settembre 2015

Poste Furlan- Nuovo sistema contrattuale e partecipazione dei lavoratori -


Poste

Furlan: "Nuovo sistema contrattuale e partecipazione dei lavoratori: la sfida della Cisl per rendere più solide e competitive le aziende" 



“La parziale privatizzazione di Poste può e deve diventare anche un'opportunità per rendere più moderne e forti le relazioni industriali nel nostro paese”, ha sottolineato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan in una lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi pubblicata sul quotidiano L'Unità, intervenendo sulla quotazione in borsa del 40% del capitale di Poste Italiane. “Le Poste possono davvero diventare il "laboratorio" di moderne relazioni industriali proprio attraverso il coinvolgimento diretto dei lavoratori nelle scelte strategiche". 



Roma, 29 settembre 2015- "Facciamo partecipare anche i lavoratori alla "Governance" dell'azienda postale attraverso l'azionariato collettivo. Questa sarebbe una svolta storica per il nostro paese, una sfida sociale e culturale che come sindacato lanciamo al Governo, a tutte le forze politiche ed alle altre forze sociali". E' quanto scrive la Segreteria Generale della Cisl, Annamaria Furlanin una lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi pubblicata oggi in prima pagina sul quotidiano L'Unità.
"Egregio Presidente del Consiglio, Nei prossimi giorni il Tesoro collocherà il 40% del capitale di Poste Italiane sul mercato azionario" sottolinea in premessa la Furlan." Si tratta di una operazione finanziaria importante che avrà ripercussioni, speriamo positive, sul futuro dei servizi postali, sui nuovi investimenti dell'azienda e sulla gestione del risparmio dei cittadini, visto che le Poste raccolgono quasi 500 miliardi all'anno di depositi, finanziando in parte la Cassa Depositi e Prestiti. Ma questa parziale privatizzazione di Poste può e deve diventare anche un'opportunità per rendere più moderne e forti le relazioni industriali nel nostro paese- aggiunge Furlan. "Le Poste sono un gruppo industriale consolidato, un asset strategico, dove lavorano circa 145 mila persone, sparse nei 13.200 mila uffici in ogni parte d'Italia. E' una azienda sana, tra le più grandi del paese, che continua ad ottenere risultati e ricavi importanti, grazie al contributo responsabile di tante lavoratrici e di tanti lavoratori, nonostante lo scenario di incertezza economica e di continua contrazione del mercato dei servizi postali. Le Poste possono davvero diventare il "laboratorio" di moderne relazioni industriali proprio attraverso il coinvolgimento diretto dei lavoratori nelle scelte strategiche dell'azienda- continua la leader della Cisl- La riforma dei contratti e la partecipazione dei lavoratori sono per la Cisl complementari, come due facce della stessa medaglia. Tocca ai sindacati ed alle imprese legare sempre più gli aumenti salariali alla produttività, alla qualità dei prodotti e dei servizi, attraverso la contrattazione aziendale e territoriale, sia nel lavoro privato che in quello pubblico. Ma è giunto il momento di valutare se e come un modello di riferimento simile a quello americano o tedesco possa essere mutuato nel nostro paese, applicando finalmente l'articolo 46 della Costituzione, non solo per responsabilizzare il lavoratore, ma anche per concorrere ad una "democratizzazione" della finanza italiana". Per la segretaria della Cisl, "negli anni novanta con le privatizzazioni, purtroppo, non si realizzarono in Italia cambiamenti decisivi per il sistema-paese e per la qualità dei servizi offerti alle famiglie italiane. Fu davvero una occasione perduta perchè tante aziende importanti si sono disperse, sono andate in mani straniere ed hanno avuto una forte regressione sia sul mercato, sia sul piano occupazionale. In alcuni casi si crearono dei grandi monopoli privati al posto di quelli pubblici. Non dobbiamo commettere ora lo stesso errore con le Poste", ammonisce la Furlan. "Utilizziamo l'occasione dell'apertura al mercato per riconoscere ai lavoratori un eguale protagonismo ed un controllo responsabile sulle scelte di politica industriale, in modo da rendere più solide e competitive le nostre imprese. In questa prospettiva serve a poco distribuire o favorire l'acquisto delle azioni singolarmente da parte dei lavoratori, come pare prospettarsi nel caso della quotazione di Poste. Bisogna invece incentivare fiscalmente l'azionariato collettivo in modo che i lavoratori possano indicare i loro rappresentanti nel Consiglio d'Amministrazione o in quello di sorveglianza. Ecco perchè l'azienda postale può diventare davvero un "modello" per tutto il mondo produttivo italiano. E' il percorso concreto per conciliare capitale e lavoro, come più volte ha sottolineato con lungimiranza anche Papa Francesco. Ci sono già tanti autorevoli progetti di legge nei cassetti parlamentari, tante opzioni su questo tema. Noi siamo pronti a discuterne subito ed a dare il nostro contributo. Partiamo dalle Poste per rendere possibile ed esplicita la straordinaria voglia di partecipazione che c'è nella società italiana e nei luoghi di lavoro di cui tanti parlano solo astrattamente. La democrazia economica è lo strumento moderno per controllare ed indirizzare le scelte dei manager e degli azionisti, per modernizzare il capitalismo italiano attraverso il protagonismo responsabile dei lavoratori. Ecco perchè ci auguriamo che nei prossimi giorni il Governo possa aprire una discussione trasparente con il sindacato sulla presenza dei lavoratori nella "Governance" delle Poste ed in prospettiva delle altre aziende pubbliche, con l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi per i cittadini e la produttività del paese. Ma soprattutto per difendere e tutelare la dignità del lavoro che è la grande risorsa su cui puntare per rendere le nostre imprese più competitive e concorrenziali su un mercato sempre più globale". 


mercoledì 23 settembre 2015

Poste: lavoro a termine acausale, sulla vecchia normativa parola alleSezioni Unite


Le tormentate vicende giudiziarie del contratto a termine si arricchiscono di una nuova e inattesa puntata.La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 18419/2015 pubblicata ieri, ha chiesto alle Sezioni Unite di pronunciarsi in merito alla questione della conformità tra la disciplina italiana del contratto “acausale” introdotta nel 2005 per il settore postale (poi perfezionata nel 2007 e oggiAggiungi un appuntamento per oggi superata dall’estensione generale del principio dell’acausalità) rispetto alla direttiva comunitaria n. 70 del 1999.
Tale direttiva stabilisce alcuni principi comuni in materia di lavoro a termine, che devono essere perseguiti da tutti gli Stati membri allo scopo di reprimere gli abusi nella successione di tali rapporti.
La direttiva stabilisce quali sono le misure che gli Stati membri devono adottare per prevenire gli abusi: l’individuazione di ragioni oggettive per consentire la stipula del contratto, la fissazione di un limite di durata massima dei contratti a termine che si succedono nel tempo o, infine, il numero massimo dei rinnovi dei contratti a tempo.
La questione sollevata dalla Corte riguarda, come accennato, la conformità con il diritto comunitario della disciplina speciale applicabile dal 2005 al settore postale: Tale disciplina consentiva di sottoscrivere i contratti a termine senza l’indicazione della causale, ma tale facoltà poteva essere esercitata entro specifici limiti quantitativi e temporali, e nel rispetto delle regole ordinarie che fissano un tetto di durata massima per tutti i rapporti intervenuti nel tempo (36 mesi, salvo diversa indicazione dei contratti collettivi) e di quelle che stabiliscono l’obbligo di rispettare un intervallo minimo tra un contratto e l’altro.
L’ordinanza sembra propendere per una soluzione positiva al quesito sottoposto alle Sezioni Unite, in quanto richiama alcuni precedenti giurisprudenziali della Corte di Giustizia Europea che vanno in tale direzione. In particolare, viene citata la sentenza emessa nella causa C-286/06, secondo la quale ciascun legislatore nazionale può scegliere in maniera discrezionale quali e quante misure di contrasto adottare per prevenire gli abusi nell’utilizzo del lavoro a termine, con l’unico vincolo di dover adottare almeno una delle tre misure indicate dalla normativa comunitaria o, in mancanza, una misura equivalente.
L’ordinanza di rimessione, inoltre, fa presente che la normativa sul contratto acausale del settore postale contiene già delle limitazioni (durata massima, limiti percentuali) che appaiono coerenti con la normativa comunitaria.
Nonostante queste chiare indicazioni, la Corte decide di non prendere una decisione ma rimette la questione alle Sezioni Unite: tale scelta viene motivata con la finalità di prevenire contrasti giurisprudenziali su una materia che è oggetto di un contenzioso seriale e, come tale, riveste una massima importanza.
(Autore: Giampiero Falasca Il Sole 24 Ore)
(Fonte: Lavoro&Impresa

Rivoli fa indagare Caio per per violazione delle leggi sulla sicurezzasul lavoro

Curioso che il caso sia uscito solo sull'ufficio di Rivoli, curioso il fatto che mentre c'era un sit in in viale Europa che denunciava le varie criticità di Poste, i giornali a Roma non ci fossero, ma oggi a Rivoli si. 

Poste Italiane, ad Caio indagato per violazione delle leggi sulla sicurezza sul lavoro


L’ad di Poste Italiane, Francesco Caio, è indagato per violazione delle leggi sulla sicurezza sul lavoro dalla procura di Torino. Secondo il pm Raffaele Guariniello il documento di valutazione del rischio per i lavoratori sarebbe incompleto. Le mancanze sarebbero emerse da un sopralluogo compiuto in un ufficio postale a Rivoli. Caio avrebbe quindi violato il decreto legislativo 81 del 2008. L’ente adesso avrà 90 giorni per risolvere le criticità del documento, ritenuto troppo generico su rischi strutturali e sul cosiddetto “stress da lavoro correlato”.
Poste italiane in una nota precisa che ” in questi casi, la contestazione si può estinguere con l’adempimento alla prescrizione e il pagamento di un’ammenda”. Il gruppo dovrebbe approdare in Borsa a ottobre ma in questi giorni la Consob ha notificato alcuni rilievi sul prospetto di collocamento presentato in agosto.

lunedì 21 settembre 2015

Poste svela i dividendi prima dell'Ipo - Il Sole 24 Ore

Poste Italiane alzerà il velo sulla politica di remunerazione degli azionisti prima della partenza dell'offerta pubblica di vendita, ipotizzata per il prossimo 12 ottobre. La politica dei dividendi non è stata ancora definita, ma un approfondimento in questo senso è previsto nelle prossime due settimane assieme all'azionista unico, il ministero per l'Economia. L'obiettivo è dare un'indicazione di quale sarà l'orientamento in tema di distribuizione degli utili già nel prospetto informativo, la cui pubblicazione è attesa per il 10 ottobre. 
La scelta, che non era affatto scontata, è stata fatta per rispondere alle esigenze degli investitori di lungo periodo, come i grandi fondi pensione nordamericani e i fondi sovrani che il management della società ha incontrato lunedì scorso a New York. La promessa, se così possiamo chiamarla, che è stata fatta dal management agli investitori in questo ulteriore giro di presentazione della società e del piano industriale è quella di un business in grado di generare flussi di cassa sostenibili nel tempo e di distribuire una quantità di utili tale da incontrare la soddisfazione di chi intende restare per un periodo prolungato nel capitale. Quella promessa troverà una prima dimostrazione nel prospetto informativo. Nel corso del 2014, un anno difficile caratterizzato da un'erosione dei ricavi nel comparto dei recapiti (seppure in parte dovuta a una politica di prezzi scontati per cercare di aumentare i volumi), Poste ha comunque generato una cassa operativa (al netto degli investimenti) per 600 milioni. E il dato è destinato a migliorare nel 2015. Se si considera che l'utile netto nel primo semestre 2015 è stato pari a 435 milioni (contro 222 milioni di fine 2014, risultato dovuto però a una serie di one-off straordinarie per pulire il bilancio) è possibile ipotizzare che per la fine dell'anno il risultato netto si attesti tra 800 e 900 milioni, avvicinandosi così a livelli degli esercizi pre-2014. Sulla questione non c'è ancora alcuna indicazione, ma se si immagina un pay-out del 40% (che consenta alla società di reinvestire risorse nello sviluppo delle infrastrutture dell'Information technology, nella logistica e nell'automazione dei recapiti) l'utile dell'azione potrebbe oscillare attorno a 0,2-0,3 euro. 

Gli incontri avvenuti la scorsa settimana a New York e a Londra hanno avuto un esito molto positivo. Gli investitori erano curiosi di conoscere a fondo il business di Poste, seppure avessero già ben individuato il percorso di profonda trasformazione che ha portato negli ultimi 10 anni Poste a divenire principalmente un gruppo bancario-assicurativo, in cui solo il 14% del fatturato proviene dal comparto dei recapiti. Il management della società, guidata da Francesco Caio, ha spiegato il modello di business che fa perno su logistica, pagamenti digitali e risparmio gestito e assicurativo. Tutti settori in crescita a livello globale, ma dove l'Italia è molto indietro alla media europea e proprio per questo motivo le possibilità di upside sono maggiori. Gli investitori hanno apprezzato anche il fatto che si sta attuando un turnaround nel comparto postale, dove si investe anche per l'automazione dei processi e per il miglioramento dei servizi. Queste prospettive di business mettono la società in condizioni di garantire la generazione di cassa nel lungo periodo e, di conseguenza, un'adeguata remunerazione degli azionisti. Nel frattempo la società ha ricevuto questa settimana una richiesta molto articolata di chiarimenti sul prospetto da parte della Consob, come del resto è normale in Ipo legate a business complessi come quello di Poste. La società si appresta a completare le risposte ai quesiti entro mercoledì.

Venerdì prossimo, 25 settembre, il management terrà un ultimo incontro con gli investitori a Londra. Poi inizierà una fase di silenzio fino alla partenza del road-show vero e proprio il 12 ottobre. Lunedì 28 settembre gli analisti delle banche del consorzio (Banca Imi, BofA Merrill Lynch, Citigroup, Mediobanca, UniCredit i global coordinator; UniCredit e Imi i responsabili del collocamento, Mediobanca lo sponsor. Rothschild è advisor finanziario di Poste Italiane, Clifford Chance avisor legale. Lazard è advisor finanziario del Mef, Gianni Origoni Grippo Cappelli l'advisor legale) pubblicheranno le ricerche su Poste, che consentiranno di formulare le prime valutazioni, e inizierà la fase di pre-marketing. Dopo quella data il ministero per l'Economia deciderà la quantità di azioni da mettere in vendita (520 milioni se si conferma l'obiettivo di cedere il massimo del 40% del capitale) e la ripartizione tra istituzionali e risparmiatori: queste decisioni verranno ufficializzate entro il 5 ottobre. 
Per martedì prossimo è fissata una riunione del consiglio di amministrazione di Poste, in verità ancora interlocutoria. Servirà per l'insediamento dei nuovi comitati endo-consiliare e per fare il punto sull'iter dell'Ipo, anche se il board che fisserà la partenza dell'offerta di vendita si terrà nella prima settimana di ottobre. È probabile che l'ad aggiorni il consiglio sulla situazione economico-finanziaria di Alitalia, di cui il gruppo è azionista, dopo l'uscita dell'ad Silvano Cassano.


lunedì 14 settembre 2015

Posizioni aperte - assunzioni Portalettere ctd L’annuncio scadrà il30/09/15


Codice posizione: 
0000141
Area professionale: 
Operations
Sedi di lavoro:
Lazio - Viterbo
Lazio - Rieti
Lazio - Roma
Lazio - Latina
Lazio - Frosinone
Abruzzo - L'Aquila
Abruzzo - Teramo
Abruzzo - Pescara
Abruzzo - Chieti
Sardegna - Sassari
Sardegna - Nuoro
Sardegna - Cagliari
Sardegna - Oristano
Sardegna - Olbia-Tempio
Sardegna - Ogliastra
Sardegna - Medio Campidano
Sardegna - Carbonia-Iglesias
Tipologia offerta:
Contratto di assunzione a tempo determinato
Portalettere

-Diploma di scuola media superiore con votazione minima 70/100 o diploma di laurea, anche triennale, con votazione minima 102/110;

Non saranno prese in considerazione candidature prive del voto del titolo di studio

-Patente di guida in corso di validità; 

-Idoneità alla guida del motomezzo aziendale. La prova sarà effettuata su un motomezzo 125 cc a pieno carico di posta il cui superamento è condizione essenziale senza la quale non potrà aver luogo l’assunzione;

-Certificato medico di idoneità generica al lavoro rilasciato dalla USL/ASL di appartenenza o dal proprio medico curante (con indicazione sullo stesso certificato del numero di registrazione del medico presso la propria USL/ASL di appartenenza).

Non sono richieste conoscenze specialistiche
Si offrono Contratti a Tempo Determinato a decorrere da novembre 2015, in relazione alle specifiche esigenze aziendali sia in termini numerici che di durata.

La Regione/Le Province di assegnazione saranno individuate nell’ambito delle Aree Territoriali suindicate, in base alle esigenze aziendali.

Solo qualora tu sia in possesso dei requisiti richiesti e dovessero emergere specifiche esigenze di personale a tempo determinato, potrai essere coinvolto nel processo di selezione.

Il processo di selezione inizia ricevendo una mail all’indirizzo di posta elettronica che indicherai in fase di adesione al presente annuncio. Tale e-mail consiste nell’invito ad effettuare un test attitudinale “on line”, che rappresenta la prima parte del processo di selezione. L’e-mail sarà spedita dalla Società SHL Italy S.r.l. Unipersonale – incaricata da Poste Italiane per la somministrazione del test di selezione – e conterrà l’indirizzo internet a cui collegarsi per effettuare il test e tutte le spiegazioni necessarie per il suo svolgimento. Ti ricordiamo pertanto di verificare periodicamente la tua casella di posta a partire dal mese di ottobre 2015. A seconda del fornitore della tua posta elettronica, la comunicazione potrebbe finire nella cartella spam, ti chiediamo pertanto di controllare anche quest’ultima.

Solo qualora supererai il test attitudinale on line, sarai contattato da personale di Poste Italiane per il completamento della seconda fase del processo di selezione, comprendente un colloquio e la prova d’idoneità alla guida del motomezzo.

L’annuncio scadrà il 30/09/15
Per come candidarsi vi rimando al seguente link:


domenica 13 settembre 2015

Ipo Poste, spazio ai fondi sovrani


Scatta il conto alla rovescia per l’approdo di Poste Italiane in Borsa. Da domani l’operazione entra in una fase decisiva, con una tabella serrata di passaggi cruciali che si terranno nelle prossime quattro settimane e che nell’arco di 30 giorni (29 per l’esattezza) consentiranno di avviare l’offerta di vendita. Ormai, salvo terremoti sui mercati azionari, non si torna più indietro. Tra lunedì e mercoledì il management della società ha in programma incontri con gli investitori a New York e poi a Londra. Non si tratta del road show, ma di approfondimenti chiesti dai fondi nordamericani, tra cui importanti fondi pensione e hedge fund, e da fondi sovrani del far East, tra cui fondi cinesi.
Questa categoria di investitori sarà cruciale per garantire la presenza nel capitale di Poste di azionisti di lungo periodo che consentano di dare stabilità alle quotazioni del titolo. L’ingresso di fondi sovrani nel capitale viene data come un fatto altamente probabile e sarebbe una prima assoluta per una privatizzazione italiana. Questa tipologia di fondi ha bisogno di molto tempo e di ripetuti approfondimenti per prendere le decisioni di investimento ed è per questo motivo che management, advisor e banche del consorzio di collocamento, hanno cominciato a incontrarli sin da prima dell’estate. La decisione di alzare l’asticella della soglia al possesso azionario per i soci privati al 5% (contro il 3% di precedenti privatizzazioni) risponde proprio all’esigenza di consentire ai fondi sovrani (che non si muovono per investimenti troppo limitati) di prendere in considerazione Poste Italiane, così come per invogliare i fondi long term Usa. Il feed back che l’ad Francesco Caio e il cfo Luigi Ferraris avranno dagli incontri di questa settimana saranno importanti per le decisioni che dovranno essere assunte dall’azionista ministero dell’Economia la settimana seguente. Il dicastero dovrà stabilire la quantità di titoli da mettere in offerta e la ripartizione tra investitori istituzionali e risparmiatori: l’orientamento è mettere sul mercato il 40%, pari a 520 milioni di azioni, mentre la ripartizione dovrebbe puntare su un coinvolgimento dei risparmiatori attorno al 35% o poco più. «Circa il 40% dell’offerta sarà destinato al retail - ha confermato Gaetano Miccichè, direttore generale di Intesa San Paolo e vicepresidente di Banca Imi, tra i global coordinator dell’operazione. «La quota per i dipendenti - ha aggiunto - è ancora oggetto di trattative».
Non è detto che il Tesoro, presa la decisione, comunichi subito quantità dell’offerta e ripartizione, che sono passibili di modifica fino alla conclusione dell’offerta. L’ultimo lunedì di settembre saranno pubblicate le ricerche degli analisti delle banche del consorzio che consentiranno agli investitori di elaborare le prime valutazioni. In quella settimana ci sarà la cosiddetta fase di premarketing che cpermetterà poi tra il 5 e il 9 ottobre - quando è atteso il via libera di Consob al prospetto e di Borsa Italiana all’operazione -, di determinare la forchetta di prezzo. Se, come probabile, si conferma il range 8 - 10 miliardi di valore, la forchetta oscillerà tra 5,5-7,5 euro. Per un titolo come Poste Italiane un range di oscillazione tra il 25 e il 30% consente di gestire fasi di volatilità che potrebbero verificarsi nella fase di offerta senza compromettere l’operazione. Il 10 ottobre è prevista la pubblicazione del prospetto informativo. Per il 12 ottobre (salvo intoppi nell’interlocuzione con la Consob che potrebbero far slittare il tutto di una settimana) ci si aspetta il D-day: il via all’offerta di vendita, che coinciderà anche con l’avvio del road-show, e che durerà per due settimane. Quel giorno sarà fissato anche il prezzo massimo che potranno pagare i risparmiatori: qualsiasi sia l’andamento della vendita con gli investitori, i risparmiatori non potranno pagare oltre quel prezzo (che comunque non sarà superiore al margine alto della forchetta). Il prezzo e la quantità in offerta definitivi dovrebbero essere stabiliti venerdì 23 ottobre. L’avvio della negoziazioni a piazza Affari è previsto per il 28 ottobre.

venerdì 11 settembre 2015

Ancora speranze per gli uffici chiusi

Mentre la politica protesta, il Tar della Toscana ha sospeso la manovra decisa sul territorio da Poste italiane. La cui società, oramai, guarda a Londra e New York


Poste sempre in cronaca
Finite le vacanze, la partita della razionalizzazione è stata presa in mano dalla politica. Da qualsiasi parte fioccano proteste ed altre iniziative contro la scelta di Poste italiane. Scelta peraltro annunciata da mesi, anche se la lista delle sedi da tagliare è stata tenuta riservata fino all’ultimo.
Tra le iniziative non è mancata quella del sindaco che si è fatto incatenare davanti alla sede destinata ad essere soppressa. È Luigi Riccelli, primo cittadino di Sorbo San Basile (Catanzaro). A Cortoghiana (frazione di Carbonia, Iglesias), invece, un sindacalista è addirittura salito sul tetto.
Si sono mossi pure i giudici. Il Tribunale amministrativo della Toscana ha bloccato la serrata dei cinquantanove presìdi del territorio di competenza “condannati”. Si tratta di una misura provvisoria: poi, naturalmente, il medesimo Tar dovrà scendere nel merito e valutare. Intanto, però, la notizia ha dato speranza al pubblico locale e suggerito la stessa manovra ad altre latitudini, come nel Ferrarese.
Nel frattempo, la procedura verso la quotazione in Borsa prosegue. L’amministratore delegato Francesco Caio ha messo in agenda visite a Londra e New York, al fine di confrontarsi con potenziali interlocutori. Tra le tante dichiarazioni, una di colui che conosce bene il settore, avendolo frequentato prima proprio come ad della società e poi come ministro allo Sviluppo economico. È Corrado Passera, ora impegnato in Italia unica, che ritiene questa operazione “un grave errore”.

Ma che fine ha fatto il “paccomat”?

Ne avevamo aprlato qui , qui e qui


Ma che fine ha fatto il “paccomat”?

Priva di un annuncio ufficiale, da quasi un anno la sperimentazione si basa su appena cinque armadi in tutta Italia. E su una pagina del sito di Poste italiane


Appena cinque quelli in uso
Presentato, nel gennaio 2014, dalla ditta distributrice come di certa introduzione, sembra invece che il “paccomat” non convinca molto Poste italiane. Almeno a giudicare da come lo sta provando. Nessun annuncio ufficiale, mentre le informazioni sono lasciate ad una pagina presente nell’enorme sito aziendale. Il numero degli speciali armadi, inoltre, è fermo dal novembre scorso: appena cinque in tutto il Paese: due a Milano (presso impianti dell’azienda) e gli altri a Cantù (in un centro commerciale), Firenze (al Kipoint in stazione), Roma (nella sede centrale della società).
Esso può essere impiegato per farsi recapitare un collo ordinato via internet dai siti partner dell’operatore. Una volta ricevuto l’avviso che quanto atteso è disponibile, basta recarsi nella sede scelta e, tramite un codice giunto via messaggino o e-mail, aprire il relativo sportello ritirando il materiale. A differenza di altri operatori, però, vi sono limiti negli orari perché i cinque presìdi si trovano in ambienti chiusi che osservano precisi turni di servizio.
Gli stessi contenitori (ed ecco un vantaggio rispetto ad alcuni concorrenti) possono essere impiegati pure per spedire, purché si impieghi una confezione preaffrancata da acquistare all’ufficio postale o si ricorra a “paccoweb”.

mercoledì 2 settembre 2015

Job Posting: Addetto di Produzione

Postel S.p.A., azienda del Gruppo Poste Italiane, leader nel settore dei servizi di comunicazione destinati alle Aziende e alla Pubblica Amministrazione, cerca personale da inserire in ambito Operazioni per il potenziamento dell’area di Stampa e Imbustamento presso i propri stabilimenti di produzione.
Curare le fasi di lavorazione del sottoprocesso di riferimento, nell’ambito dell’elaborazione dei dati, stampa, Imbustamento, confezionamento e allestimento, per il recapito dei prodotti della linea produttiva di competenza
Gestire l’operatività dei sistemi e apparati produttivi di competenza, secondo la pianificazione produttiva, ottemperando alle previste prescrizioni di sicurezza e garantendo i richiesti standard qualitativi e di sistema ambientale.
Effettuare sugli apparati e/o sistemi le previste operazioni di set-up e/o regolazioni e/o manutenzioni e/o configurazioni, nonché le operazioni richieste per il ripristino del corretto funzionamento a fronte di fermi e/o interruzioni e/o anomalie
RequisitiTitolo di studio: Diploma di scuola superiore o diploma di laurea anche triennale
Votazione diploma: min. 70/100 o diploma di laurea, anche triennale, con votazione minima 102/110;
Conoscenze professionaliSpiccate doti di flessibilità, precisione e accuratezza, dinamismo, predisposizione al lavoro di gruppo e forte determinazione al raggiungimento dei risultati
Il processo di selezione inizia ricevendo una mail all’indirizzo di posta elettronica che indicherai in fase di adesione al presente annuncio. Tale e-mail consiste nell’invito ad effettuare un test attitudinale “on line”, che rappresenta la prima parte del processo di selezione. L’e-mail sarà spedita dalla Società SHL Italy S.r.l. Unipersonale – incaricata da Poste Italiane per la somministrazione del test di selezione – e conterrà l’indirizzo internet a cui collegarsi per effettuare il test e tutte le spiegazioni necessarie per il suo svolgimento. Ti ricordiamo pertanto di verificare periodicamente la tua casella di posta a partire dal mese di settembre 2015. A seconda del fornitore della tua posta elettronica, la comunicazione potrebbe finire nella cartella spam, ti chiediamo pertanto di controllare anche quest’ultima.
Solo qualora supererai il test attitudinale on line, sarai contattato da personale di Postel per il completamento della seconda fase del processo di selezione.
Il contratto a tempo determinato offerto avrà la durata di 6 settimane
L’annuncio scadrà il 06/09/2015