L’avvio delle negoziazioni delle azioni di Poste Italiane potrebbe avvenire lunedì 26 ottobre. Il ministero dell’Economia, azionista con il 100% del capitale, e il management del gruppo dei recapiti hanno accelerato i tempi per la domanda a Borsa Italiana di ammissione a Piazza Affari e il deposito del prospetto in Consob per rispettare quell’obiettivo. Entrambe le operazioni sono state effettuate ieri, facendo scattare il conto alla rovescia verso l’Ipo.
La Consob può prendersi due mesi di tempo (in realtà in termini di giorni lavorativi) per approvare il documento informativo e questo porta a far cadere proprio al 12 ottobre il giorno entro il quale attendere il via libera. In realtà l’Authority dovrà cercare di concludere prima il suo lavoro, e per questo motivo una parte della documentazione le era stata consegnata sin dal mese di giugno. La nota diffusa ieri dal ministero dell’Economia tradisce un invito a Borsa Italiana e a Consob a fare prima. I nulla osta delle due istituzioni, infatti, «sono attesi per la prima decade di ottobre». Il 12 ottobre si vorrebbe, infatti, far partire sia il road show internazionale che l’offerta pubblica, destinati entrambi a protrarsi per due settimane. Il ministero conferma, inoltre, la determinazione a portare la quantità del capitale in offerta il più possibile a ridosso del 40% («fino al 40%» si dice nel comunicato, in linea con quanto previsto dal Dpcm).
In realtà, è ancora prematuro sbilanciarsi sui reali numeri dell’operazione, che resta comunque vincolata alle condizioni del mercato a ridosso dell’Ipo. La struttura dell’offerta prenderà corpo solo nella seconda metà di settembre: allora verrà deciso il numero dei titoli da mettere in vendita, ma anche la ripartizione dell’offerta tra investitori istituzionali e risparmiatori. L’azionista ieri ha ribadito l’interesse a coinvolgere il «pubblico indistinto», quindi i risparmiatori, e i dipendenti, oltre agli investitori istituzionali. L’equilibrio iniziale potrebbe essere fissato in un 30% riservato al retail e il 70% agli istituzionali, ma non è da escludere che la percentuale per il pubblico indistinto possa arrivare al 40 per cento. Tutto dipenderà dall’esito del road show e dalla risposta del pubblico agli sportelli bancari e postali. Tra gli altri aspetti dell’offerta che andranno definiti c’è la bonus share, che dovrebbe prevedere 10 azioni gratis ogni 100 (con obbligo di detenerle per 12 mesi), per salire a 12/15 azioni per i dipendenti. E il lotto minimo, che dovrebbe attestarsi su 1.000 euro.
Tra le novità che potrebbero caratterizzare questa privatizzazione c’è la prospettiva che nel capitale possano entrare anche i fondi sovrani. Il management e le banche del consorzio di collocamento hanno cominciato a incontrarli - fondi emiratini, asiatici (anche cinesi) e nordeuropei - a giugno assieme ad altri investitori, long term (come possono essere Blackrock e Fidelity) ed hegde fund (come York Capital), per dare loro la possibilità di conoscere l’azienda. Le modalità con cui questi fondi decidono i loro investimenti sono infatti molto più lunghe rispetto ad altri investitori. L’interesse, comunque, è elevato. Il mercato non sta guardando a Poste in quanto privatizzazione, ma perché è un’Ipo di rilevanti dimensioni (il valore dovrebbe oscillare su 9-10 miliardi) e in Italia non se ne vedono molte. L’equity story convince gli investitori. Ma è soprattutto il momentum che il Paese sta vivendo a rendere l’operazione appetibile: il mercato ritiene che l’Italia stia agganciando una ripresa e Poste possa rappresentare un buon punto d’approdo per beneficiarne.
Il plotone di advisor coinvolto nell’Ipo è consistente. Banca Imi, BofA Merrill Lynch, Citigroup, Mediobanca, UniCredit sono i global coordinator. UniCredit e Banca Imi sono al contempo responsabili del collocamento. Mediobanca è sponsor. Nel ruolo di jointbookrunners istituzionale ci sono: Banca Imi, BofA Merrill Lynch, Citigroup, Mediobanca, UniCredit, Credit Suisse, Goldman Sachs, Jp Morgan, Morgan Stanley e UBS. Rothschild è advisor finanziario di Poste Italiane,Clifford Chance e Brancadoro Mirabile advisor legale. Lazard è advisor finanziario del ministero per l’ Economia, Gianni Origoni Grippo Cappelli l’advisor legale del ministero dell’Economia. Chiomenti e Shearman & Sterling sono advisor legali dei coordinatori dell’offerta globale e dei Jointbookrunners. Barabino e Finsbury i consulenti per la comunicazione della società.
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